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Com’è davvero la storia dei 6,7 miliardi di euro risparmiati dallo Stato col calo dello spread

Ieri il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, si trovava in Commissione bilancio per un’audizione sulla manovra. E si è subito scontrato con il leghista Claudio Borghi, presidente della Commissione, in tema di risparmi sulla spesa per gli interessi. Infatti, tra i due, i numeri non tornano. “Il risparmio di spesa per interessi del 2020 è stimato in 6,7 miliardi, ed è quindi superiore alla cifra stimata in precedenza”, afferma il ministro Gualtieri. Ma viene subito interrotto da Borghi, che parla invece di risparmi per 1,9 miliardi. Ma chi ha ragione?
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, si è recato ieri in commissione Bilancio per l'audizione sulla manovra. Ed è stata subito bagarre. Lo scontro si è acceso vari punti, dai tempi della manovra, che secondo i deputati dell'opposizione non consente alla Camera di svolgere il suo ruolo, alle tasse contenute in legge di Bilancio. Ma la lite più animata è stata quella tra il ministro e il presidente della Commissione, il leghista Claudio Borghi, in tema di risparmi sulla spesa per gli interessi. Infatti, tra i due, i numeri non tornano.

"Il risparmio di spesa per interessi del 2020 è stimato in 6,7 miliardi, ed è quindi superiore alla cifra stimata in precedenza", afferma il ministro Gualtieri. Ma viene subito interrotto da Borghi, che parla invece di risparmi per 1,9 miliardi. Una differenza consistente, di quasi cinque miliardi di euro. Il presidente di Commissione, Nadef alla mano, sottolinea: "Io qui vedo segnati 61,3 miliardi di interessi passivi per il 2019, 59,2 miliardi per il 2020. Dove sono i 7 miliardi? A casa mia la differenza è di 1,9 miliardi. Se lei mi dice che invece abbiamo cinque miliardi in più siamo molto felici, ma ci deve dire se i numeri della Nadef sono questi o sono cambiati".

Una divergenza di 5 miliardi

Il ministro Gualtieri ha subito risposto: "Ci sono 6,7 miliardi di risparmi sulla spesa per interessi nel 2020. Abbiamo potuto migliorare la stima sulla spesa per interessi rispetto al Def perché è calato lo spread: sono 6,7 miliardi". Poi ha proseguito: "Sono molto contento di darle una buona notizia. Come lei ben sa questo documento è la Nota di aggiornamento al Def. Io apprezzo la pervicacia con cui il presidente Borghi vuole dimostrare l'indimostrabile, secondo cui l'Italia non ha avuto un problema di spread nel precedente governo".

La replica di Borghi non si fa attendere: "Non mi metta parole in bocca e porti rispetto, che è la prima volta che la vediamo in questa Commissione". Intervengono anche alcuni deputati in aula, come il dem Claudio Mancini che intima a Borghi di rispettare il suo ruolo e di non fare il parlamentare d'opposizione. "Lo sto rispettando e sto difendendo la Camera, quindi anche lei se non se n'è accorto".

Borghi rincara poi la dose su Twitter, dove scrive: "Abbiamo un ministro che si inventa cali di spesa di interessi pari a 7 miliardi per il prossimo anno quando è la sua stessa tabella che indica un calo di DUE miliardi a fronte dei 3.3 spesi in meno l'anno scorso quando governavano quelli brutti e cattivi".

Ma chi ha ragione, Borghi o Gualtieri?

Ma chi ha ragione, quindi? Tecnicamente, nessuno di questi numeri è stato inventato: sono tutte stime ufficiali. Borghi e Gualtieri stanno però parlando di due cose diverse. Mentre il ministro dell'Economia sta parlando della differenza tra quanto previsto nel Def (Documento di economia e finanza) redatto lo scorso aprile quando era in carica il governo gialloverde nato dall'alleanza tra Lega e Movimento Cinque Stelle, e la Nadef (Nota di aggiornamento al Def), stilata a settembre dalla coalizione giallorossa di democratici e pentastellati, il presidente della Commissione bilancio prova a smentirlo facendo riferimento alla variazione degli interessi fra 2018 e 2019.

L'Ufficio parlamentare di bilancio, qualche settimana fa, ha pubblicato un documento in cui veniva affermato che la riduzione della spesa per interessi sui titoli di Stato tra il Def e la Nadef "si può attribuire in buona parte alla riduzione dllo spread". Che è esattamente quanto ha affermato Gualtieri in risposta alle accuse di Borghi per cui il ministro non avrebbe riportato i numeri corretti. Rispetto a inizio anno lo spread è calato e di conseguenza gli interessi che l'Italia deve pagare sul suo debito pubblico costano molto meno.

Marattin risponde ai sovranisti: "Ecco dove sono i 7 miliardi"

A fare chiarezza sui numeri ci ha pensato Luigi Marattin, di Italia Viva, che riprendendo le stime dell'Ufficio parlamentare di bilancio sottolinea proprio come questi 7 miliardi (per la precisione 6,7) sarebbero dovuti proprio al calo dei tassi di interesse sul debito italiano. Nell'aprile 2019, quando il governo gialloverde preparava il Def, si stimava che nel 2020 l'Italia avrebbe speso 65,97 miliardi per pagare gli interessi sul debito; a settembre, quando il neo-insediato governo giallorosso doveva pubblicare la Nadef, la spesa prevista per il prossimo anno era calata a 59,14 miliardi. Una riduzione di quasi 7 miliardi, appunto, dovuta proprio al nuovo valore che i mercati finanziari attribuiscono allo spread.

Sui social sovranisti sta girando la leggenda secondo cui – in audizione oggi alla Camera – il presidente della Commissione Claudio Borghi avrebbe smascherato, umiliato, distrutto (l’intensità del verbo cresce con la cialtronaggine dell’autore del post/tweet di volta in volta) il ministro Gualtieri in merito al risparmio di spesa per interessi che ci sarebbe stato in conseguenza dell’uscita dei leghisti dal governo del Paese.

“Dove sono questi “circa 7 miliardi” di cui sta parlando, sig. Ministro! Porti rispetto! Io difendo il parlamento!” sono solo alcuni degli slogan uditi oggi in commissione.

La foto che vi posto qui sotto dimostra dove sono questi “circa 7 miliardi” (per la precisione 6,72) di risparmi nella spesa per interessi sul debito di cui parlava il Ministro Gualtieri. E che Borghi avrebbe demolito, distrutto, umiliato ecc.

Ad aprile 2019 – col governo gialloverde – si stimava che nel 2020 avremmo speso 65,97 miliardi di euro per pagare gli interessi sul nostro debito (seconda colonna, terza riga).

A settembre 2019 – dopo l’uscita dal governo dei leghisti – la spesa prevista per il 2020, sulla base delle nuove condizioni sui mercati finanziari, è diventata 59,24 miliardi (seconda colonna, prima riga). Che è la stima attuale.

La differenza tra questi due valori fa 6,72 miliardi di minore spesa per interessi dovuto al calo dei tassi sul nostro debito. Quelli che Borghi e i sovranisti vari dicono che non esistono.

La fonte della tabella che ho riportato è l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, Focus n.3 del 20/11/2019, “L’impatto della riduzione dello spread sulla spesa per interessi”.

Subito la replica di Borghi: "Le cose che dice Marattin difficilmente possono riconciliarsi con i numeri. Le aspettative sono una bella cosa e non è che se io mi aspetto che l'anno prossimo si spendano 30 miliardi in più e poi ne spendiamo la stessa cifra di quest'anno ho speso 30 miliardi in meno… ho speso lo stesso".

In seguito Marattin ha voluto rispondere ad alcune obiezioni che sottolineano proprio di come si stia parlando di previsioni e come, di conseguenza, il paragone fra stime (e non fra numeri effettivi) abbia senso fino a un certo punto, ma non oltre. Tuttavia, specifica l'esponente di Italia Viva, in questo caso si tratta di previsioni basate matematicamente sui rendimenti dei titoli di Stato italiani.

Nel mio post precedente ho evidenziato che da aprile (Def) a settembre (Nota di Aggiornamento al Def) di quest’anno la previsione di quanto spenderemo per interessi passivi nel 2020 è scesa di 6,72 miliardi (come affermato dal Ministro Gualtieri ieri in audizione e come falsamente contestato da Borghi e altri).

Nei commenti al mio post, un paio di persone hanno sollevato una obiezione intelligente, che mi permetto di riassumere così: “ma in fondo stiamo sempre parlando di confronti tra previsioni! Possono essere opportunamente manipolate per evidenziare un risparmio che non esiste. E se fosse stata la previsione di aprile ad essere gonfiata artificialmente? Insomma è come se l’anno scorso ho speso 50 euro per il regalo di Natale alla mia fidanzata. Quest’anno PENSAVO di spenderne 55, ma poi ne spendo 45. Diresti veramente che il risparmio è 10 euro?”

Voglio spiegare qui perché si tratta di un’obiezione infondata.

La previsione sulla spesa per interessi passivi non è basata sulla stessa discrezionalità che hanno tutte le altre categorie di spesa (ad esempio quella per investimenti o quella per acquisti di beni e servizi). Essa infatti si basa matematicamente sui rendimenti dei nostri titoli di Stato che, al momento della previsione, ESISTONO sui mercati finanziari.

In altre parole, ad aprile di quest’anno il governo (tra l’altro quello Lega-M5S…) non ha previsto di spendere quasi 66 miliardi di interessi perché ha deciso di gonfiare le previsioni (tra l’altro… che interesse politico ne avrebbe avuto?!?!), ma perché quello era il numero derivante dal prodotto tra lo stock di debito 2020 e il costo medio del debito previsto nel 2020, il quale a sua volta era matematicamente ricavato dai tassi future sui titoli di stato italiani che erano ESISTENTI (non “previsti”!) ad aprile stesso.

Allo stesso modo, la previsione di settembre non è stata discrezionale. Ma si è limitata a prendere atto del cambiamento delle condizioni dei nostri titoli di stato sui mercati finanziari, che ora viaggiano a rendimenti molto più ridotti (se volete semplificare, sto parlando del calo dello spread). Che hanno permesso quindi di spendere nel 2020 circa 7 miliardi in meno di interessi passivi di quelli che altrimenti avremmo speso.

E tra le cause più importanti del fatto che i nostri titoli di stato ora hanno rendimenti più bassi c’è il cambio di governo.

Spread e interessi: cosa è successo tra Def e Nadef

A fare il punto della situazione ci ha pensato l'economista e giornalista Riccardo Puglisi che in alcuni post su Twitter ha attaccato l'esponente della Lega, accusandolo proprio di aver tentato (senza riuscirci) di smentire Gualtieri facendo riferimento a numeri che non c'entravano nulla con quanto stava descrivendo il ministro.

"Gualtieri fa riferimento alla variazione (di 6,7 miliardi in meno) che si ha nella previsione fatta ad aprile nel Def e quella fatta a settembre nella Nadef. Che cosa è successo nel frattempo? Principalmente due cose". In primis, afferma Puglisi, con il decreto varato lo scorso luglio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e l'ex titolare del Mef, Giovanni Tria, hanno congelato i risparmi provenienti dalle misure cavallo di battaglia di Lega e M5S, rispettivamente Quota 100 e Reddito di cittadinanza, per scongiurare l'avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo a carico dell'Italia da parte dell'Unione europea.

Inoltre, tra aprile e settembre è anche caduto il governo gialloverde e con questo sono anche venute meno alcune posizioni anti europeiste che in molte occasioni hanno anche messo in discussione la moneta unica: "Cade il governo Lega-M5S con conseguente abbassamento del rischio di Eurexit che è incorporato nel nostro spread (bye bye Borghi e Bagnai)", conclude il giornalista.

Anche il viceministro dell'Economia, Antonio Misiani, è intervenuto sulla questione prendendo in esame l'intero triennio 2020-2022: "Spenderemo 36 miliardi IN MENO per gli interessi sul debito pubblico: è il “dividendo della stabilità” di un governo che ha fatto recuperare all’Italia credibilità sui mercati e in Europa". 

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