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Opinioni

Col Btp Italia il Tesoro non fa il bis

La seconda emissione del Btp Italia non ottiene lo stesso successo della precedente, complici i problemi in Spagna e l’assenza di crescita. In attesa che il quadro muti, ecco come investire i propri risparmi.
A cura di Luca Spoldi
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Bond trader

La seconda emissione del Btp Italia (titolo quadriennale, scadrà nel giugno 2016, che offre un rendimento pari all’inflazione italiana al netto dei tabacchi aumentata del 3,55% lordo annuo, dunque al momento attorno al 6,6%-6,7% circa) non fa il botto: il titolo ha infatti raccolto 1,738 miliardi di euro di ordini, molto meno della prime emissione di marzo, che raccolse ordini per oltre 7,3 miliardi, anche se in linea con le previsioni formulate a inizio settimana dagli operatori. Rispetto a marzo, del resto, il clima è molto mutato e dopo la ristrutturazione “volontaria” con cui i detentori di titoli di stato greci (alcune decine di banche internazionali) hanno rinunciato a circa tre quarti dei propri capitali, scambiando le vecchie emissioni con un mix di titoli a breve e lunga scadenza, il rally visto da inizio anno sui Btp italiani e sui Bonos spagnoli si è interrotto e i rendimenti sono tornati a salire.

Al momento un titolo di stato a dieci anni italiano offre un rendimento fisso lordo del 5,71% annuo circa (il che significa attorno al 4,7% annuo netto)  contro il 4,81% lordo toccato a inizio marzo, mentre il Bonos decennale spagnolo paga il 6,09% annuo lordo, contro il 4,91% visto ai primi di marzo. Sia i titoli italiani sia quelli spagnoli sono dunque giudicati più rischiosi dagli investitori adesso che non tre mesi fa, nonostante le misure di austerity varate da entrambi i paesi e le riforme (che per la verità sembrano molto più incisive in Spagna che non in Italia dove spesso ad annunci “importanti” non hanno fatto seguito provvedimenti concreti per la costante operazione di resistenza delle lobbies presenti in parlamento e nel Paese).

I mercati d’altra parte hanno le loro buone ragioni per diffidare: nonostante le speranze diffusesi negli ultimi giorni la Germania continua a frenare il più possibile rispetto ad ogni ipotesi di allentamento del “fiscal compact”, mentre di “growth compact”, ossia di un patto per la crescita che affianchi quello sul rigore dei conti, si parla molto ma per ora si vede poco, se non le proposte della Commissione Ue e i suggerimenti di Mario Draghi che potrebbero fare breccia anche nella resistenza di Berlino, almeno nella misura in cui una maggiore integrazione politica consentirà alla Germania di ottenere ulteriori garanzie che la crescita vada a premiare i “virtuosi” e non si traduca in una nuova epoca di “deficit spending”.

In più è ormai esploso il problema del sistema bancario spagnolo, che ha portato oggi  l’agenzia Fitch a tagliare il rating a lungo termine del Tesoro spagnolo a “BBB”, un livello di soli due scalini (“notch”) superiore alla soglia di “junk” (cartaccia), proprio a causa dei costi che dovranno essere sostenuti per ricapitalizzare il settore bancario spagnolo (le stime parlano ormai di almeno 100 miliardi contro previsioni iniziali per 30 miliardi, soldi che non è ancora chiaro se saranno messi solo da Madrid o anche dalla Ue e nel caso attraverso quali strumenti e in cambio di quali impegni), oltre che dell’estensione della recessione in cui il paese è caduto  (destinata a prolungarsi anche nel 2013 secondo gli esperti).

Visto quanto sopra e visto che non pare né il momento di cedere allo sconforto né di provare a giocare d’azzardo un investitore razionale potrebbe ripartire il proprio risparmio per un terzo in titoli di stato italiani a breve termine (magari dei Bot scadenza giugno 2013, che rendono poco meno del 3% annuo netto), per un terzo in obbligazioni corporate di emittenti almeno ad A (come i bond dell’Eni, che nella scadenza giugno 2015 rendono il 2,12% circa netto) e per l’ultimo terzo in ETF su indici azionari mondiali (che costano meno dei fondi e sono meno rischiosi di un investimento in singoli titoli azionari).

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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