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Cnel: “Disoccupazione oltre il 30%. Impossibile tornare ai livelli pre-crisi”

Quadro decisamente amaro quello fornito da Comitato nazionale di economia e lavoro che esclude la possibilità di un ritorno della disoccupazione a livelli pre-crisi (7%) entro il 2020.
A cura di Biagio Chiariello
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Tornare ai livelli occupazionali pre-crisi (quando la disoccupazione era “solo” al 7%) non è ipotizzabile. E’, in sintesi, quanto afferma il Cnel nel suo ultimo rapporto sul mercato del lavoro, nel quale viene evidenziato chela disoccupazione ‘allargata’, ovvero quell’indicatore che tiene conto non solo dei disoccupati standard, ma anche degli inattivi disponibili e dei disoccupati parziali, nel 2013 ha raggiunto e superato in Italia la soglia del 30%. Non c’è spazio dunque per l’ottimismo: "L'ipotesi di una discesa del tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi, intorno al 7%, sembra irrealizzabile perché richiederebbe la creazione da qui al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro".

Disoccupazione, i giovani hanno sempre la peggio

Al contrario, "i progressi per il mercato del lavoro italiano non potranno che essere molto graduali". Mercato del lavoro, spiega ancora il Cnel, che “potrebbe iniziare a beneficiare di un contesto congiunturale meno sfavorevole non prima dell'inizio del 2015”. E sarebbe, sottolineano gli esperti economici, già “la migliore delle ipotesi”. I settori ad aver risentito maggiormente della congiuntura sono quello manifatturiero e dell’edilizia, ma la tendenza negativa riguarda un po’ tutte le occupazioni. Ovviamente le problematicità condizionano al ribasso sull'andamento delle retribuzioni: "La dinamica salariale – scrive – sta decelerando rapidamente".  In tutto ciò, ad avere la peggio sono come sempre i giovani che “restano ai margini, non trovando spazi per un ingresso nel mercato del lavoro, ed aumentano rapidamente quanti decidono di emigrare all'estero”.

La caduta del potere d'acquisto

Altro dato da non sottovalutare è quello sul potere d'acquisto dei salari che “ha registrato un andamento abbastanza peculiare, con un incremento nelle prime fasi della crisi e una caduta altrettanto marcata negli anni successivi, che ne ha riportato il valore sul livello della metà degli anni duemila”. In pratica si è tornati indietro di un decennio. Guardando all'intera "massa salariale" il Cnel stima una perdita complessiva del 6,7% tra il 2009 e il 2013. In Italia, evidenzia ancora il Comitato nazionale di economia e lavoro, "le famiglie hanno modificato strutturalmente i propri comportamenti di consumo. Ampie fasce della popolazione stanno subendo un arretramento del proprio stile di vita. Sta aumentando la parte della popolazione che sperimenta condizioni di povertà”.

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