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Chi risparmia sul mutuo dopo il taglio dei tassi di interesse della Bce, e di quanto scendono le rate

La mossa della Banca centrale europea di tagliare i tassi d’interesse porterà soprattutto un risparmio per chi ha un mutuo a tasso variabile, ma potrebbe avvantaggiare anche chi ha prestiti a tasso fisso. Ecco quanto potranno scendere le rate, in media, e perché.
A cura di Luca Pons
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La Banca centrale europea ha deciso di tagliare i tassi di interesse di 25 punti base. È stato il secondo taglio quest'anno, ed era parecchio atteso dai mercati e dagli analisti del settore. Il suo effetto più concreto sarà un calo delle rate per chi ha un mutuo a tasso variabile: i tassi di interesse della Bce, infatti, hanno un effetto indiretto su quelli delle banche locali, e quindi sui soldi che i loro clienti devono sborsare. Per fare un esempio, un mutuo standard da 150mila euro a vent'anni potrebbe versare fino a 30 euro in meno al mese. Chi ha già un mutuo a tasso fisso non vedrà differenze, mentre per i nuovi prestiti oggi le condizioni convenienti sono ancora proprio quelle del tasso fisso. Ma la situazione, nel prossimo anno, potrebbe cambiare.

Cosa cambia per i mutui a tasso variabile dopo il nuovo taglio della Bce

In media, ci si aspetta che le rate per i mutui a tasso variabile scendano in media del 2-3%. Per esempio, chi ha contratto un prestito da 150mila euro che deve restituire in vent'anni dovrebbe pagare circa 30 euro in meno ogni mese.

Si tratta di un calo che non inizia adesso, ma che ha avuto il via già dagli scorsi mesi. A giugno, la Bce aveva effettuato il primo taglio dei tassi d'interesse dopo anni. Nel corso dell'estate, le banche hanno ‘anticipato' che sarebbe arrivata un'altra riduzione a settembre. Così, nella maggior parte dei casi le rate avevano già iniziato a scendere.

Sempre riferendosi a un mutuo ordinario da 150mila euro, siglato da poco, che va restituito in vent'anni, all'inizio di quest'anno le rate erano in media attorno ai 950 euro al mese. Dal mese prossimo, invece, l'importo dovrebbe scendere a 887 euro: i due tagli della Bce hanno già portato quindi un risparmio medio di 63 euro. A indicarlo sono le simulazioni del Sole 24 Ore, che si basano sulle offerte disponibili online da parte delle principali banche. Bisogna comunque tenere a conto che i numeri non sono identici per tutti, e ci possono essere differenze da un istituto di credito all'altro.

In generale, più i mutui a tasso variabile sono di lungo periodo, più reagiscono ai cambiamenti dei tassi d'interesse della Bce. Così, come detto, un mutuo a 20 anni potrebbe ottenere un risparmio di 63 euro. Ma lo stesso prestito spalmato su 30 anni potrebbe vedere una differenza anche più significativa nell'importo delle rate. In media, chi a inizio 2024 pagava 770 euro al mese potrebbe scendere a 692 euro, con un calo di 78 euro (oltre il 10%).

Perché le decisioni della Bce hanno effetto sui mutui e prestiti

La Banca centrale europea regola moltissimi aspetti dell'economia europea, e principalmente la politica monetaria. I tassi d'interesse che alza e abbassa hanno effetti su diverse parti del mercato finanziario, ma quello che interessa a chi ha un mutuo a tasso variabile è soprattutto uno: il tasso sui depositi.

Questo tasso, infatti, influenza molto l'andamento del cosiddetto indice Euribor, un termine che potrebbe essere familiare a chi ha già dovuto cercare le condizioni più vantaggiose per un prestito. L'Euribor è una media dei tassi d'interesse che diverse banche importanti offrono alle altre per il deposito di denaro. Quello che conta, comunque, è che l'Euribor è l'indice più osservato dalle banche per decidere i tassi d'interesse dei mutui a tasso variabile.

In sostanza, quindi, il tasso sui depositi della Bce influenza l'Euribor, che a sua volta influenza i mutui a tasso variabile. A inizio anno il tasso era al 4%, ieri la Banca centrale europea l'ha portato al 3,5%. In più, i mercati si aspettano che ci sia almeno un altro taglio entro la fine dell'anno: il Consiglio direttivo della Bce ha altri due appuntamenti, uno il 17 ottobre e uno il 12 dicembre, per decidere eventuali riduzioni.

Cosa può succedere il prossimo anno

Un altro aspetto importante è che il taglio avvenuto ieri conferma che la Bce ha intenzione di proseguire sulla strada del ribasso. La presidente della Banca, Christine Lagarde, è stata sul vago e non ha fatto promesse in questo senso. Tuttavia, considerando che ci sono stati molti rialzi bruschi a partire dall'estate del 2022, ora l'aspettativa è che i tagli continuino nel 2025.

Infatti la salita ripidissima dei tassi d'interesse è stata un ‘meccanismo di sicurezza', attivato di fronte al picco dell'inflazione. Ora che la corsa dei prezzi è tornata sui livelli desiderati dalla Bce (dovrebbe scendere sotto il 2% entro il 2026), è possibile ‘rilassare' la politica monetaria.

Infatti, la previsione dei mercati al momento è che l'Euribor continui a scendere nel corso del 2025. In particolare, sembra che gli analisti si aspettino altri cinque o sei tagli  da 25 punti l'anno prossimo, cosa che naturalmente aiuterebbe molto chi ha un mutuo a tasso variabile.

Per esempio, un mutuo da 200mila euro della durata di 30 anni in media aveva una rata da poco più di 1000 euro all'inizio di quest'anno. Se le previsioni si concretizzassero e arrivassero altri sei tagli, alla fine del 2025 la rata potrebbe essere scesa a 800 euro circa. Bisogna ricordare, comunque, che si tratta di stime indicative e che nei mesi potrebbero cambiare.

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