Cgia Mestre: “Una piccola impresa su due non può pagare gli stipendi”
Le difficoltà per le piccole imprese italiane sono cresciute a tal punto che almeno una su due non riesce più a pagare gli stipendi ai propri dipendenti ed è costretta a rateizzare o dilazionare i pagamenti, a causa della mancanza di liquidità. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre, secondo cui, dall'inizio della crisi, i titoli di credito che alla scadenza non hanno trovato copertura sono cresciuti del 12,8%, mentre le angosce bancarie in capo alle PMI hanno fatto registrare un’impennata impressionante: +165%. A mandare in rosso i conti correnti di molti imprenditori , oltre al calo del fatturato e al "blocco" dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, è anche l'aumento dei protesti bancari. Un insieme di ragioni che ha messo le aziende nelle condizioni di non poter più ripagare i prestiti ottenuti. Ovviamente, fa notare la Cgia, il perché di questa situazione è da ricercare nella crisi economica che ormai sprigiona i suoi effetti negativi da 5 anni, "con conseguenze pressoché inimmaginabili sino a qualche tempo fa". Precisa il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: "Il disagio economico in cui versano le piccole imprese è noto a tutti, con risvolti molto preoccupanti soprattutto per i dipendenti di queste realtà aziendali che faticano, quando va bene, a ricevere lo stipendio con regolarità". Una situazione quella italiana ben diversa da quella prospettatasi in altri paesi dell'Unione Europea: qui la la crisi ha portato all'allungamento dei tempi di pagamento nelle transazioni. A soffrire di più della situazione le imprese del Meridione, dove si trovano la maggior parte di quelle protestate: quasi 29 mila.