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Cassa integrazione, tra gennaio e luglio autorizzate 2,7 miliardi di ore per far fronte al Covid

La pandemia di coronavirus ha immobilizzato il mercato del lavoro: lo dimostrano alcuni dati dell’Inps in materia di nuove assunzioni e cassa integrazione. Mentre le prime sono crollate, è aumentato il monte orario delle ore autorizzate dall’Istituto per la cassa integrazione, messa in campo dal governo per sostenere le imprese e i lavoratori durante il lockdown.
A cura di Annalisa Girardi
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Alcuni dati dell'Inps in materia di assunzioni e di cassa integrazione mostrano l'impatto dell'emergenza coronavirus sul mercato del lavoro. Ed evidenziano come questo risulti immobile, se confrontato con i primi mesi dello scorso anno. Da gennaio a maggio 2020, infatti, le attivazioni di nuovi contratti sono state 1.795.000, cioè il 43% in meno di quanto registrato nello stesso periodo del 2019. Allo stesso tempo, sono aumentate le ore di cassa integrazione disposte: sono oltre 2,5 miliardi quelle autorizzate dall'Inps tra i mesi di aprile e luglio per far fronte al lockdown e alla crisi economica innescata dalla pandemia.

Solo a luglio se ne contano 449,6 milioni: una crescita superiore al 10% su giugno. La maggior parte delle richieste per la Cig si sono concentrate in Lombardia, la Regione più colpita dall'epidemia, con 113 milioni di ore richieste a luglio. Secondo il Veneto, con 56 milioni. Considerando il periodo tra gennaio e luglio, le ore di cassa autorizzate hanno oltrepassato i 2,7 miliardi. Sul 2019 l'aumento è impressionante: si tratta dell'881%. Tuttavia, va però notato che nei primi cinque mesi dell'anno l'effettivo utilizzo delle ore di Cig richieste è pari al 42,28% di quelle autorizzate dall'Inps.

Tornando al crollo delle assunzioni, il dato peggiore riguarda il mese di aprile con un calo dell'83%. Le cose sono leggermente migliorate il mese successivo, con il 57%. Ad ogni modo, le diminuzioni riguardano pressoché tutte le tipologie di contratto, ma in particolar modo si notano per i contratti a termine e specialmente quelli stagionali. Come sottolinea il Fatto Quotidiano, sono calate anche le cessazione. Una conseguenza diretta del blocco dei licenziamenti, imposto dal governo per scongiurare una crisi occupazionale. Nel complesso le cessazioni sono state 1.972.000, in diminuzione se confrontate con il periodo precedente.

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