“Il vecchio mondo è finito, le vecchie regole non valgono più”. Carlo Calenda è tornato da Bruxelles a Roma poche ore prima che Christine Lagarde, presidente della Bce, pronunciasse la frase della discordia, “Non siamo qui per chiudere gli spread”, che ha fatto crollare le borse europee. Non è con lei che ce l’ha, però, l’ex ministro allo sviluppo economico, ora eurodeputato e leader di Azione: “Lagarde non ha sbagliato in quel che ha detto – risponde a Fanpage.it – ha sbagliato per quel che non ha detto”.
E cos’è che non avrebbe detto?
Quel che dovrà fare la Bce in misura pesantissima, più che ora nei prossimi mesi, quando i debiti cominceranno a gonfiarsi, è coprirci le spalle. È qui che ieri ha sbagliato la Lagarde: non nel dire che oggi la politica monetaria può fare poco, perché i tassi sono negativi e quindi molto è affidato ai bilanci pubblici. Quello è giusto e incontrovertibile. Quel che non ha detto è “Io vi coprirò le spalle qualunque cosa accada”.
Qualunque cosa accada: a cosa si riferisce?
Al vero grande rischio che corre l’Italia: che l’epidemia di Coronavirus arrivi al Sud.
Si spieghi meglio…
Io prima stavo al telefono con il sindaco di Siracusa, che si chiama Francesco Italia ed è di Azione. Lì i medici sono terrorizzati, perché lì la sanità è a pezzi. Al Sud siamo oltre in una situazione di turismo sanitario: il primo ospedale della Calabria è il Gemelli di Roma.
Quindi?
Quindi è importantissimo che il governo si metta a fare un lavoro preventivo di rafforzamento della sanità nelle regioni del Sud. Non vorrei che passasse il messaggio che basti dire “State a casa che passa” e tutto andrà bene. Non è così. Noi avevamo presentato a novembre quando ancora non c’era quest’emergenza, un progetto sulla sanità, perché i dati sulla sanità erano devastanti. L’abbiamo fatto con Walter Ricciardi e abbiamo stimato circa 3 miliardi e mezzo di investimento.
Ecco, per l’appunto: ci sono i soldi per farlo?
Quando sei nelle situazioni straordinarie, quel che puoi e devi fare coincidono. Quindi sì, i soldi ci devono essere. E ci devono essere anche per molte altre cose.
Ad esempio?
Ad esempio, iniettare una bomba di liquidità nelle imprese per evitare che collassino: questo vuol dire annullare loro i tributi e le imposte, dandogli moratorie e accesso al credito. E dall’altro lato tenere legati i 18 milioni di lavoratori dipendenti alle imprese, quindi cassa integrazione e permessi retribuiti. Questo è il minimo sindacale per evitare l’infarto, ora.
E poi?
Poi tu avrai una situazione con consumi fermi, export fermo, catene del valore bloccate, epidemia che si sposta negli altri Paesi. E dovrai avere un modello di sviluppo necessariamente fondato sugli investimenti pubblici e sulla spesa pubblica.
Tutto questo farà lievitare il debito pubblico…
E qui veniamo alla questione europea. Qui il tema non è la deroga al patto di stabilità. Il patto dice chiaramente che tu puoi derogare in presenza di eventi straordinari.
E dov’è, il tema?
Il tema è far arrivare quella liquidità e quei tassi alle imprese e alle famiglie. Oggi quei soldi non arrivano a imprese e famiglie perché hai regole bancarie estremamente restrittive, che andranno riviste. E quindi hai bisogno di poter dire nel caso della moratoria sui mutui, che la moratoria non impatta sui requisiti di capitalizzazione delle banche.
La domanda è: come?
Probabilmente si dovrà arrivare a helicopter money, cioè dare soldi direttamente nelle mani a famiglie e imprese. Io penso che prima o poi ci si arriverà.
Ce li vediamo i falchi e gli eurocrati, che accettano di gettare soldi a pioggia sull’Italia…
Il vecchio mondo è finito, le vecchie regole non valgono più. I falchi e gli eurocrati si mettano il cuore in pace. Poi non è detto questo sia un male. Noi come Italia dovremo essere in grado di fare conti coi nostri mostri, di una politica separata dalla competenza tecnica, in cui è tutto destra sinistra, fascisti e comunisti, tutte queste cazzate, per tornare a guardare al buongoverno e alla capacità di misurarsi con la gestione.
E l’Europa?
Dovrà essere molto più stretta e molto più unita, oppure rischia di sparire. Che sia una risposta coordinata attraverso gli eurobond o una copertura sui debiti futuri, tu a un certo punto dovrai avere una condivisione dell’indebitamento e delle politiche fiscali. Questo è il punto di caduta necessario.