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Calano i rendimenti dei Btp decennali ma lo spread resta alto

I rendimenti dei titoli di stato italiani calano anche nell’asta di oggi dove sono stati collocati i Btp a scadenza decennale. Le percentuali seppur sotto il 7% restano alte, così come lo spread con i titoli tedeschi che è ritornato a salire. Monti rassicura però sull’andamento della nostra economia e ci suggerisce di avere fiducia nelle nuove riforme e di non esaltare, né demonizzare lo spread.
A cura di Antonio Palma
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I rendimenti dei titoli di stato italiani calano anche nell'asta di oggi dove sono stati collocati i Btp a scadenza decennale. Le percentuali seppur sotto il 7% restano alte così come lo spread con i titoli tedeschi che è ritornato a salire.

Tutti in calo i rendimenti dei nostri titoli di stato collocati nell'asta di oggi. Dopo l'ottima asta dei bot a breve scadenza di ieri, oggi c'era molto attesa per le aste sui titoli italiani a lunga scadenza come i Btp decennali. Il Tesoro è riuscito a collocare circa sette miliardi di titoli con un rendimento pari a 6,98% in calo rispetto a quel 7,56% a cui erano stati collocati i titoli della precedente asta, ma al di sotto delle aspettative. Infatti, non è stato possibile collocare tutti gli 8,5 miliardi di euro previsti alla vigilia come limite massimo. Meglio sono andati i Btp a scadenza triennale assegnati al 5,62% rispetto al 7,89% precedente.

Dopo l'euforia di ieri insomma non vi è stato lo sperato crollo dei rendimenti che, seppur calati, rimangono intorno alla soglia pericolosa del 7%. Dai risultati delle aste di questi giorni si capisce che gli investitori stanno premiando molto i titoli a breve scadenza rispetto a quelli decennali, a conferma di ciò il valore ancora altro dello spread. Il differenziale tra i nostri titoli decennali e quelli tedeschi, infatti, dopo la discesa di ieri oggi è tornato sopra i 500 punti, rimanendo pressoché invariato dopo il varo della Manovra economica del Governo Monti.

Lo spread è iniziato a salire proprio dopo la fine dell’asta dei Btp, praticamente sembra una diretta conseguenza della domanda non eccezionale che ha riguardato soprattutto i titoli a scadenza 2022. Da ciò si evince che gli investitori non hanno ancora fiducia negli effetti positivi che le misure adottate dal governo Monti possono avere sul lungo periodo. Sulla questione dello spread è intervenuto, durante la conferenza stampa di fine anno, anche Mario Monti che ha invitato tutti a non demonizzarlo quando cresce né ad esaltarlo quando cala. Mentre mostrava l’andamento dello spread nell’ultimo anno attraverso un grafico, il Presidente del Consiglio ha spiegato che le cose stanno migliorando da quel 9 novembre, data in cui lo spread ha toccato il suo massimo, 558 punti, e che le aste stanno andando bene. Tutti questi per Monti sono segnali incoraggianti e positivi per l’Italia, anche se il Premier ci ricorda che bisogna continuare a prestare attenzione alle “turbolenze finanziare” che sono sempre in agguato.

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