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Buoni pasto, sempre più ticket vengono rifiutati dagli esercizi commerciali: ecco perché

La Qui Ticket, uno dei colossi del settore, causa crisi di liquidità ha dovuto sospendere il rimborso dei buoni pasto, provocando non pochi disagi ai dipendenti titolari dei buoni pasto perché molti esercizi commerciali, visto il rischio, hanno smesso di accettarli come forma di pagamento. La revisione delle regole sui tocket, inoltre, ha comunque reso più difficile l’utilizzo dello strumento e rispetto al passato i buoni pasto non possono più essere usati al di fuori dell’orario di lavoro, per esempio.
A cura di Charlotte Matteini
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I dipendenti che percepiscono buoni pasto potrebbero trovare difficoltà a utilizzarli per mangiare o fare la spesa. La Qui Ticket, uno dei colossi del settore, versa in condizioni economiche preoccupanti e causa crisi di liquidità ha dovuto sospendere il rimborso dei buoni pasto, provocando non pochi disagi: complice il rischio, infatti, molti commercianti hanno iniziato a non accettare più i buoni Qui e i dipendenti che per contratto percepiscono quei buoni pasto difficilmente riescono a usufruirne, l'utilizzo è ormai quasi impossibile. Molte aziende, contestualmente, hanno anche iniziato a rescindere i contratti sottoscritti, nel tentativo di correre ai ripari.

 Come spiega Business Online, "c'è il rischio che gli esercizi commerciali smettano di accettare qualunque tipo di ticket? Norme alla mano, l'ultimo governo ha aumentato lo spettro d'utilizzo a mercati, agriturismi e spacci aziendali , oltre che presso bar, ristoranti e supermercati. A dimostrazione di come il mercato sia fiorente, le ultime statistiche riferiscono come in media si utilizzano tre o quattro buoni pasto insieme. A cercare di ricostruire la vicenda ci ha provato Luca Palermo, amministratore delegato di Edenred, la società che emette i Ticket Restaurant, secondo cui è arrivato il momento di fare chiarezza. Il manager fa presente come ci sia una società che sta attraversando una fase problematica, ma il mercato dei buoni pasto sarebbe comunque in ottima salute". 

Rispetto al passato, i buoni elettronici sono tracciabili per cui eventuali usi impropri verrebbero rilevati e sanzionati immediatamente. "Una delle regole che potrebbe cambiare punto a questo punto è la richiesta di maggior solvibilità e garanzia depositate dalle varie società, altrimenti verranno escluse. Perché il rischio di una situazione a catena è concreto", spiega Business Online.

La replica dell'Associazione Provinciale Pubblici Esercizi

Secondo il segretario dell'Appe, il settore dei buoni pasti non godrebbe affatto di buona salute, come invece spiegato dall'ad di Edenred: "In qualità di associazione che rappresenta i pubblici esercizi (vale a dire l’ultimo anello della catena dei buoni pasto) posso confermare che ormai i ticket sono diventati una vera e propria piaga per i bar, che devono sottostare a pesantissime commissioni, tempi di pagamento lunghi, continui aumenti dei costi di gestione (canoni degli apparecchi POS, canoni di rinnovo annuale dei contratti, ecc.). Sono sempre più numerosi, infatti, i baristi che cominciano a non ritirare più i buoni pasto, preferendo perdere i clienti piuttosto che accettare i ticket… altro che mercato in salute!".

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