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Bonus ristrutturazione, addio allo sconto in fattura: si torna al rimborso in 10 anni

Cancellato lo sconto in fattura per i contribuenti che, effettuando lavori nei propri appartamenti, hanno diritto ad accedere all’ecobonus e al bonus ristrutturazione. Con un emendamento alla manovra approvato in commissione viene eliminato il meccanismo introdotto con il decreto crescita: da gennaio si torna dunque alle vecchie regole con il rimborso in dieci anni di parte delle spese effettuate.
A cura di Stefano Rizzuti
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Addio allo sconto in fattura per i cittadini che effettuano lavori di ristrutturazione all’interno dei propri appartamenti. Una misura durata, in realtà, solo pochi mesi e cancellata dopo le proteste di gran parte delle piccole e medie imprese del settore, ritenute penalizzate dalla norma. L’addio allo sconto in fattura è stato ufficializzato con un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio al Senato di cui prima firmataria è Roberta Toffanin di Forza Italia. Non una correzione sul tema, quindi, come previsto in un primo momento. Ma una cancellazione del meccanismo introdotto dal decreto crescita negli scorsi mesi.

Dal primo gennaio, quindi, non ci sarà più lo sconto immediato da parte del fornitore sull’importo per cui il contribuente avrebbe diritto a ricevere la detrazione fiscale prevista dall'ecobonus e dal bonus ristrutturazione. Rimane, dunque, solo l’ipotesi della cessione del credito. A esultare sono le piccole imprese che si sono dette più volte penalizzate dal meccanismo che favorisce, invece, le grandi aziende che non hanno problemi di capienza e possono quindi anticipare lo sconto vedendoselo poi restituire in tempi per nulla brevi.

Sconto in fattura, cosa era previsto finora

Per gli interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza antisismica da qualche mese i contribuenti avevano la possibilità di ricevere lo sconto immediato. Dal primo gennaio, quindi, non sarà più così. Finora chi aveva diritto alle detrazioni poteva optare, al posto del bonus, per lo sconto “sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi”. Le imprese spiegano che i più piccoli non avevano la possibilità di applicare lo sconto in fattura, a causa della scarsa capienza fiscale, perdendo così clienti che a quel punto si trovavano costretti, per avere lo sconto immediato, a rivolgersi alle aziende più grandi.

Cosa cambia senza sconto in fattura

Si ritorna ora al vecchio modello, quello applicato prima dello sconto in fattura (e anche in contemporanea, a scelta del cittadino): il contribuente che effettua lavori di questo genere si vedrà restituire parte della spesa (che può essere anche del 50% o del 65%) nel giro di dieci anni come detrazioni fiscali. La cancellazione dello sconto in fattura viene accolto positivamente da molte associazioni di categoria, come, per esempio, FederlegnoArredo, che con il suo presidente Emanuele Orsini parla di una “importante battaglia per eliminare una misura dannosa per le nostre imprese e che avrebbe messo a rischio interi settori. Orgogliosi di questo grande risultato”. Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, afferma: “Il Parlamento ha compreso le nostre ragioni e le necessità di ristabilire nel mercato corrette condizioni di concorrenza che non penalizzino gli artigiani e le piccole imprese”.

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