Bonus per i pagamenti con app e carte: per quali spese è previsto il rimborso e a quanto ammonta
Un bonus per tutti i pagamenti tracciabili, ovvero quelli che non vengono effettuati in contanti. Il meccanismo del cashback permetterà ai contribuenti italiani che pagano con carte e app di ricevere un rimborso sulle spese effettuate. Nel decreto Agosto il governo ha riproposto questo meccanismo con l’obiettivo di ridurre la circolazione del contante e contrastare l’evasione fiscale. Un meccanismo che si affianca ad altri sistemi presenti nel piano cashless, come la lotteria degli scontrini e il credito d’imposta per le commissioni che i commercianti pagano sull’uso delle carte. Il piano doveva entrare in vigore già prima, secondo la scorsa legge di Bilancio, ma si dovrà attendere il primo dicembre. Si attende, però, il decreto attuativo del ministero dell’Economia, come ricorda Il Sole 24 Ore.
Con quali strumenti si potrà pagare per avere il rimborso
Non ci saranno solo le carte di credito e di debito. Si potrà accedere al bonus anche effettuando pagamenti con gli smartphone e con la tecnologia Nfc. Ancora, si potrà ricorrere ai servizi digitali come Satispay e PayPal. L’importante è che si tratti di strumenti ritenuti alternativi all’uso del contante e, quindi, per questo motivo tracciabili.
Quali spese si potranno effettuare
Inizialmente si era pensato di rimborsare solo le spese per alcune categorie specifiche, quelle considerate più a rischio evasione. Alla fine, invece, si potrà accedere al rimborso per qualunque spesa, purché avvengano di persona, in negozio, evitando l’uso del contante. A essere escluse saranno solamente le spese online, per le quali già ora non sono previste forme di pagamento in contanti. Il sistema di cashback vale per le spese effettuate dal primo dicembre.
Come funziona il rimborso
Non si hanno ancora certezze sulle modalità del rimborso. Si sa che dovrebbe corrispondere al 10% di quanto viene speso, ma probabilmente non per cifre inferiori ai 3mila euro annuali. Ci dovrebbe essere, inoltre, un numero minimo di operazioni da effettuare, in modo da incentivare tanti piccoli pagamenti evitando i contanti. Le soglie di spesa potrebbero anche essere variabili, magari legandole al reddito. E il bonus potrebbe arrivare anche a cifre maggiori rispetto a quelle inizialmente ipotizzate (si parlava di 300 euro l’anno). Da definire, invece, le modalità del rimborso: una delle ipotesi è che avvenga in due tranche semestrali, una in estate e una a fine anno. Ma la forma deve ancora essere valutata.