Blocco stipendi della PA. CGIL: “Misura incomprensibile”. Anche la polizia pronta a scioperare
UPDATE – Il Presidente del Consiglio ha risposto ai rappresentanti sindacali delle forze dell'ordine che hanno annunciato lo sciopero della categoria: "Riceverò personalmente gli uomini in divisa ma non accetto ricatti. Volentieri apriamo un tavolo di discussione con le forze di sicurezza che sono fondamentali per la vita dell'Italia – avrebbe detto il premier al suo entourage – . Ma siamo l'unico Paese che ha cinque forze di polizia: se voglio discutere siano pronti a farlo, ma su tutto. Non stiamo toccando lo stipendio né il posto di lavoro di nessuno".
I sindacati delle forze dell'ordine sembrano determinati più che mai nel contrastare il blocco agli stipendi varato dal governo. Mentre a Bologna gli agenti di polizia dicono no agli straordinari, il Cocer Interforze – organizzazione sindacale di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di finanza – annuncia uno sciopero generale entro la fine di settembre e azioni di protesta in tutta Italia "qualora dovesse essere rinnovato il blocco del tetto delle retribuzioni". "Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica – sottolineano sindacati e Cocer – siamo costretti a dichiarare lo sciopero generale" del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, "verificata la totale chiusura del governo ad ascoltare le esigenze delle donne e degli uomini in uniforme".
Il blocco dei contratti ai lavoratori del pubblico impiego non è andato giù alla CGIL, il principale sindacato italiano. Da Buggerru, in Sardegna, dove ha partecipato alla commemorazione della strage di minatori del 4 settembre 1904, Susanna Camusso ha commentato la misura del governo: "Non comprendiamo la logica per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La sensazione è che si seguiti a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece produrrebbero molte risorse". Ieri il ministro Marianna Madia aveva spiegato il provvedimento: "In questo momento non ci sono le risorse perché l'Italia è ancora in una fase di difficoltà economica". Una dichiarazione che aveva gelato 3 milioni di lavoratori italiani del settore pubblico, che da anni attendono di veder salire il proprio salario.
CGIL: "Per i lavoratori una perdita di 4.800 euro"
Susanna Camusso, ricordando il primo sciopero generale italiano – figlio proprio della Strage di operai di Buggerru – ha aggiunto: "Bisogna decidere che cosa si vuol fare. Il presidente del Consiglio e il governo hanno fatto la manovra sugli 80 euro che noi abbiamo giudicato positivamente, non solo perché era un segno di riconoscimento al lavoro ma soprattutto perché era il segnale che non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori. Ecco perché vorremmo coerenza con questa scelta, chiudendo una stagione lunga sei anni che ha portato all'impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni. Bisogna mettere al centro il tema della creazione di lavoro: se non si riparte da questo, dal fare investimenti, non possiamo uscire dalla recessione". A conti fatti, secondo la CGIL il nuovo blocco degli stipendi fino al 2015 porterà i lavoratori a subire una perdita pro capite di ben 4.800 euro: 4.200 sono stati accumulati in passato, mentre altri 600 sono la quota per il 2015. Un "colpo" non indifferente che in molti casi di fatto annulla il bonus di 80 euro in busta paga.
Cisl, Bonanni: "Ci mobiliteremo"
Ma a Buggerru non c'era solo la CGIL. Anche Raffaele Bonanni, leader della Cisl, ha detto: "Ci mobiliteremo in tutta Italia, spiegheremo a tutti la situazione, visto che si usano i guanti bianchi per le municipalizzate e la mannaia su dipendenti pubblici. E' intollerabile". Per quanto riguarda la mobilitazione "ci metteremo d'accordo nel sindacato per denunciare questo scandalo".