Autunno di crisi: 88 mila posti di lavoro in meno e famiglie senza risparmi [VIDEO]
Baratro disoccupazione, in autunno oltre 88 mila persone perderanno il posto di lavoro. Questi i dati presentati da Unioncamere per il 2011 analizzando le imprese con almeno un dipendente. Un calo del 0,7% sulla quantità totale dei lavoratori subordinati, ma le piccole e medie imprese del Mezzogiorno sono maggiormente esposte. Rispetto al 2009 e il 2010 il dato è in lieve miglioramento, ma non si arresta l’emorragia di posti di lavoro.
Il settore industriale in autunno subirà una perdita di 59 mila posti di lavoro (meno 1,2£), nel settore dei servizi la perdita sarà inferiore: 29 mila unità. Messe in ginocchio le imprese di costruzione, che vedranno andare in fumo 29 mila impieghi. Esposto anche il settore alberghiero e della ristorazione, soltanto nel settore dei servizi alle imprese è previsto un incremento di 1.500 posti di lavoro.
“Abbiamo da tempo manifestato il timore che l'autunno ci avrebbe riservato l'amara sorpresa di un vero e proprio shock occupazionale. Quel che colpisce è l'inerzia del governo” il commento di Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro. Secondo l’Opposizione, quando venne eletto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, aveva promesso “un milione di posti di lavoro in più”, ma dal 2009 ad oggi sono state perse oltre 400 mila occupazioni a cui bisogna sommare le 88 mila che andranno in fumo quest’anno.
Famiglie: secondo il Censis non hanno risparmi
Secondo i dati del Censis, l'80% delle famiglie non possiede risparmi, utilizza tutte le entrate per la sopravvivenza e si indebita per tutto il resto
La situazione è particolarmente dura per le famiglie, che risparmiano sempre meno secondo i dati resi noti cal Censis. I lavoratori giovani hanno difficoltà economiche, si tratta di un fenomeno di lungo periodo e con una tendenza tale da mettere a rischio la solidità delle nuove famiglie. Si erode la propensione al risparmio, soprattutto per i giovani: soltanto il 28,6% dei capifamiglia sotto i 35 anni riesce a mettere qualcosa da parte. Inoltre, i nuovi nuclei familiari non possono contare su alcun tipo di patrimonio immobiliare: soltanto il 20% ha una prima casa, tutti gli altri vivono in affitto.