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Autostrade, cosa succede ora: dall’ingresso di Cdp ai pedaggi più bassi

Dopo l’accordo tra governo e Aspi, la società Autostrade per l’Italia cambierà completamente il suo assetto. A partire dall’ingresso di Cassa depositi e prestiti e dal declassamento dei Benetton, che manterranno solo una quota minoritaria. Ma cosa succede adesso? Cosa cambia per la società e cosa per gli utenti della rete autostradale?
A cura di Stefano Rizzuti
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Non ci sarà più la revoca, ma Atlantia (e quindi i Benetton) non saranno più azionisti di maggioranza di Autostrade per l’Italia. L’accordo tra governo e Aspi, con l’accettazione del risarcimento da 3,4 miliardi di euro per il Ponte Morandi, porterà Cassa depositi e prestiti ad essere l’azionista di riferimento della nuova Aspi, con un aumento di capitale che potrebbe arrivare fino a 4 miliardi. Cdp, in sostanza, si appresta a entrare nella società sostituendo i Benetton. Ma ciò che bisogna ancora capire è qual è il vero valore di Autostrade per l’Italia e quali saranno le prossime mosse. Proviamo a vedere le ipotesi in campo.

L’ingresso di Cdp nella società Autostrade

Cdp è pubblica: il Tesoro ha l’82,7% delle sue quote, ma gestisce anche i soldi privati dei correntisti postali. L’investimento che dovrebbe essere messo in campo da Cdp potrebbe essere intorno ai 3 miliardi, forse anche qualcosa in più. Sarebbe, di fatto, il 33% della società concessionaria, il che farebbe diventare Cdp l’azionista di maggioranza. Con un modello simile a quello di Eni ed Enel, con lo Stato che ha quote intorno al 30%.

Le cifre finali, comunque, dipenderanno dalla valutazione che verrà data ad Aspi. Che oggi è controllata all’88% da Atlantia, di cui i Benetton hanno il 30%. Secondo le stime governative il valore del capitale dovrebbe essere intorno ai 5 miliardi. Considerando anche il debito della capogruppo Atlantia derivante da Aspi il valore complessivo si dovrebbe attestare intorno ai 10 milioni. La quota di Atlantia, secondo il Corriere della Sera, sarebbe quindi di 8,8 miliardi. Per il resto ci sono i soci di minoranza di Allianz e i cinesi di Silk Road.

Il possibile ingresso del fondo Blackstone

Per avere la maggioranza di Aspi, Cdp sottoscriverà un aumento di capitale da almeno 3 miliardi. Atlantia, intanto, potrà vendere le quote di Aspi a Cdp e ai suoi partner istituzionali: si parla di Poste, ma anche del fondo Usa Blackstone, che secondo il Sole 24 Ore sarebbe gradito a Cdp. Così Atlantia incasserà tra i 2 e i 2,5 miliardi. Per quanto riguarda le tempistiche di questa operazione, si parla di fine ottobre. Quando Atlantia sarà diluita al 40% si procederà con la scissione della società autostradale, che sarà quotata in Borsa. I Benetton scenderanno a una quota intorno al 10-12%, senza ruoli gestionali. E potranno decidere se vendere le loro azioni in Borsa o restare nella società.

La nuova Aspi e i pedaggi più bassi

Autostrade per l’Italia diventerà quindi una public company quotata in Borsa e con una gestione decisa da Cdp. Potrebbe esserci un amministratore delegato, anche se negli ultimi mesi è stato apprezzato il lavoro di Roberto Tomasi. Secondo il pacchetto previsto dal governo, gli investimenti saranno di 14,5 miliardi fino al 2038 e per la manutenzione verranno investiti sette miliardi. I pedaggi potrebbero scendere del 5% nei primi anni, per poi riadeguarsi fino alla fine della concessione. Infine, i debiti di Aspi: attualmente sono stimati in 9,3 miliardi. Andranno ai nuovi soci, compresi i 5,5 miliardi garantiti da Atlantia. Ma l’aumento di capitele potrebbe abbattere una parte di questi debiti.

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