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Assicurazioni Rc? In Italia è sempre stangata, soprattutto per i diciottenni

Il rapporto dell’Istituto di vigilanza: al sud salasso con tariffe spropositate. Nel mirino soprattutto i neopatentati. Risultato? Sempre più automobili girano senza assicurazione.
A cura di Redazione
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Assicurare un'auto, in Italia, significa prepararsi ad un salasso vero e proprio. Sopratutto se si abita al Sud Italia, soprattutto se si è giovani. Lo sconfortante scenario emerso dal rapporto dell'Ivass, l'istituto di vigilanza sulle assicurazioni (ex Isvap) è ormai uguale di anno in anno: cambiano solo le cifre, che peggiorano. "L'amplissimo divario fra i livelli delle tariffe Rc auto prevalenti in Italia e quelli molto più bassi di altri paesi Ue – afferma il presidente dell'Ivass Salvatore Rossi – è un fenomeno che sta assumendo una connotazione di ingiustizia grave. Le tariffe possono e debbono scendere". Intanto le cifre dicono il contrario: "negli ultimi 18 anni (1994-2012) – denunciano Federconsumatori e Adusbef – i costi medi delle tariffe Rc Auto sono più che raddoppiati passando da 391 euro del a 1.350 euro. Anche per il 2013, nonostante il crollo del mercato automobilistico e dell’utilizzo dell’auto, sono previsti ulteriori rincari di 35 euro che faranno salire il costo di una polizza per una media cilindrata (max. 1.800 c.c.) a quota 1.385 euro, con un aumento dal 1994 superiore al 250%."

Nel dossier Ivass si legge per quel che riguarda i 18enni neopatentati che si assite ad una "tariffazione particolarmente esasperata, con particolare riferimento ad alcune città, alle imprese leader e a quelle di seconda fascia. Tali strategie di prezzo di fatto mostrano in tutte le città campione una sistematica avversione da parte delle imprese ad assicurare tale rischio". Napoli in prima linea tra le città del salasso Rc e stavolta non è solo colpa dei "falsi sinistri", e delle truffe ai danni delle compagnie. Il risultato? Più auto girano senza assicurazione. "Una situazione insostenibile, che non ha pari in Europa, dove gli aumenti registrati nello stesso arco di tempo in paesi come Francia, Spagna e Germania, non hanno mai superato l’87% – affermano i consumatori -. È necessario che anche il governo si decida a intervenire per contrastare le innumerevoli anomalie che caratterizzano questo settore".

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