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Arrivano le nuove regole per la Tari: come cambia la tariffa dei rifiuti nel 2020

L’Arera, l’Autorità di regolazione dell’energia e dell’ambiente, ha stabilito le nuove regole riguardanti la Tari: i comuni dovranno quindi applicare questo sistema nell’individuazione delle tariffe da far pagare ai cittadini. Le tariffe dovranno essere rapportate ai servizi offerti e non potranno esserci aumenti se non in caso di miglioramenti dei servizi.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Tari, la tariffa sui rifiuti che tutti gli italiani pagano, cambierà. E, in particolare, è il metodo tariffario che subirà modifiche sulla base del servizio integrato di gestione dei rifiuti varato dall’Autorità di regolazione dell’energia e dell’ambiente. La stessa Arera ha stabilito anche gli obblighi di trasparenza che vanno rispettati in difesa degli utenti. A variare sarà il sistema con cui vengono stabilite le tariffe da parte dei singoli comuni: ogni eventuale variazione, in futuro, dovrà essere giustificata da un corrispondente miglioramento di qualità del servizio o dall’attivazione di nuovi servizi per i cittadini. Aumentare l’aliquota da pagare per la Tari, dunque, diventerà più difficile per i comuni.

Le nuove regole si basano su alcuni criteri riguardanti differenti aspetti a cui viene ricondotto il pagamento della Tari: lo spazzamento e il lavaggio delle strade, la raccolta e il trasporto, il trattamento e il recupero, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani, la gestione delle tariffe e i rapporti con gli utenti. Sulla base di tutti questi elementi offerti all’utente ci deve essere una coerenza tra il costo e la qualità del servizio, che passerà appunto per il vaglio dell’Autorità.

Tari, le nuove regole stabilite da Arera

Con la legge di Bilancio del 2018 è stata affidata ad Arera, infatti, la responsabilità di regolare il settore dei rifiuti, come già avviene per il mercato della luce e del gas. Ora, sulla base delle regole stilate, i consigli comunali dovranno emettere, entro l’anno, i provvedimenti relativi alla tariffa stabilita sulla base del metodo stilato da Arera per omogeneizzare le tariffe in tutta Italia. L’Autorità punta quindi a incentivare il miglioramento dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, garantendo trasparenza per gli utenti.

Le nuove regole sono state definite dopo una consultazione che ha coinvolto gli attori del settore e portano a identificare i corrispettivi Tari da applicare agli utenti nel 2020-2021, oltre che gli obblighi di comunicazione. L’obiettivo è quello di arrivare a un quadro di regole comune e condiviso a disposizione dei gestori e dei comuni. Spetterà ai gestori attivare gli strumenti necessari per rendere accessibili e comprensibili i documenti e le informazioni agli utenti.

I limiti alla Tari e l'omogeneità nazionale

Il nuovo metodo prevede limiti alle tariffe e quattro diversi schemi che gli enti locali possono adottare in relazione alle varie fasi sui servizi offerti agli utenti. Stefano Besseghini, presidente di Arera, spiega che si vuole arrivare a un sistema più efficiente, contrastando “le zone d’ombra: dobbiamo arrivare ad avere le stesse regole per tutti i cittadini, trasparenza dei flussi economici e delle competenze, riduzione drastica dell’evasione che – oltre a creare disparità tra i consumatori – toglie risorse indispensabili al ciclo dei rifiuti. I rifiuti non sono l’emergenza di un particolare comune o di una regione, ma un sistema da integrare e gestire in modo organico in tutto il Paese”.

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