Arriva il taglio del cuneo fiscale al posto degli 80 euro: cosa cambia e chi ci guadagna
La legge di Bilancio approvata a dicembre in Parlamento prevede l’entrata in vigore del taglio del cuneo fiscale a partire dal luglio del 2020. Per definire però i dettagli di questa operazione servirà l’apposito decreto che in questi giorni è allo studio dei tecnici ministeriali. Già in settimana sono previsti i primi contatti con le forze di maggioranza e con le parti sociali per definire qualche dettaglio, come riporta Il Sole 24 Ore. Per il 2020 sono stati investiti tre miliardi di euro, che diventeranno cinque nel 2021, anche se si ipotizza che la cifra debba salire, per l'intero anno, a sei miliardi.
Ora la discussione è ancora affrontata solamente a livelli tecnici, mentre si attendono le stime ufficiali della Ragioneria generale dello Stato per confermare o meno l’incremento medio previsto, che dovrebbe ammontare a circa 500 euro per il 2020 (ricordiamo: si parte da metà anno) e a circa mille euro per il 2020. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, vorrebbe incontrare i sindacati con tutti i dati in mano già entro la metà del mese, con l’obiettivo di varare il decreto tra fine gennaio e inizio febbraio e dare così tempo ai datori di lavoro per adeguarsi.
Taglio del cuneo fiscale, chi ci guadagna di più
Rispetto al bonus degli 80 euro introdotto da Renzi c’è una sostanziale novità: a usufruire del taglio del cuneo fiscale saranno anche i lavoratori con un reddito superiore ai 26.600 euro (l’attuale limite previsto dagli 80 euro) e che non vada oltre i 35mila euro. Si tratta di circa 4,5 milioni di lavoratori a cui verrà esteso, come detrazione fiscale, il bonus Renzi. Si avrà una cifra più alta fino ai 34mila euro e poi una riduzione graduale fino ai 35mila. Secondo le stime questi lavoratori dovrebbero incassare 500 euro in più l’anno nel 2020, cifra da raddoppiare nel 2021.
Il taglio del cuneo fiscale per chi già prende gli 80 euro
Sono invece circa 9,4 milioni i lavoratori che oggi prendono gli 80 euro: sono coloro con un reddito tra gli 8.200 e i 26.600 euro. Per loro il bonus dovrebbe diventare una detrazione fiscale, anche se non per tutti. Si dovrebbe infatti creare una sotto-fascia tra gli 8.200 e i 15mila euro, in cui rientrano 2,4 milioni di lavoratori. Per loro la detrazione non sarebbe possibile per motivazioni tecniche perché non avrebbero capienza sufficiente per sfruttare le detrazioni. La cifra, quindi, potrebbe essere erogata come bonus. Poi c’è chi ha un reddito tra i 15mila e i 26.600 euro l’anno: si tratta di sette milioni di lavoratori per cui il bonus diventa detrazione fiscale e il vantaggio economico dovrebbe essere tra i 20 e i 30 euro al mese. Rimangono, infine, esclusi i 4 milioni di lavoratori che rientrano nella no tax area: per loro si continuerà a puntare su altre misure come il reddito di cittadinanza.