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Opinioni

Ancora un segnale di ripresa per l’Italia

Fed, Bank of England e Bce confermano la propria politica monetaria a supporto della stabilizzazione dei mercati e a favore della crescita. Intanto in Italia si nota un altro segnale positivo, che si somma a quelli visti.
A cura di Luca Spoldi
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Se solo ieri vi ho raccontato di come la ripresa sembri battere qualche primo “colpo” anche in Italia oltre che più in generale in Europa, come si vede dall’andamento di alcuni indici macroeconomici particolarmente reattivi (come la fiducia delle imprese) o dai risultati di alcune tra le migliori società del vecchio continente, che come la tedesca Hugo Boss tornano a registrare incrementi a doppia cifra delle vendite anche nel Belpaese grazie a nuovi investimenti (Hugo Boss ha anche segnalato come pure al netto dei due nuovi negozi inaugurati da inizio anno le vendite sarebbero stabili in Italia), stamattina guardando i “profit warning” lanciati per il proseguo dell’anno sia dal gruppo farmaceutico francese Sanofi sia dal produttore indo-tedesco di acciaio ArcelorMittal qualche dubbio mi ha preso, sinceramente.

Ma il bello, o il brutto, della stagione delle trimestrali, ormai in pieno svolgimento su tutti i principali mercati finanziari del globo, è che lo scenario muta continuamente via via che si pubblicano nuove relazioni, o che emergono ulteriori dati a modificare lo scenario macro. Oggi le novità (e qualche conferma) non sono mancate. Dopo la Federal Reserve anche Bank of England e Banca centrale europea hanno mantenuto invariata la propria politica monetaria e Mario Draghi, ex governatore di Banca d’Italia ed attuale presidente della Bce, ha rimarcato poi che i rischi relativi allo scenario macro europeo restano orientati “al ribasso”. La Bce, ha precisato Draghi, non vede però rischi di deflazione in alcun paese dell’area dell’euro e giudica “bilanciati” i rischi di un ritorno dell’inflazione.

Considerando anche ogni attesa di un rialzo dei tassi nel mercato monetario è “arbitraria” e che la frammentazione finanziaria e la mancanza di credito per la crescita restano per Draghi i principali problemi, nonostante l’attuale politica monetaria della Bce dovrebbe sostenere la crescita della domanda domestica e il programma Omt sembri aver ridotto la rischiosità generale dell’area dell’euro, il quadro appare moderatamente confortante. Se siete riusciti a farvi concedere un prestito o un mutuo, infatti, non correte il rischio di vederne aumentare il costo anche in caso di tassi variabili, se invece siete un’impresa probabilmente continuate a vedervi razionare il credito ma questa non è una novità e non dovrebbe stupire nessuno, anche perché come ha segnalato Mediobanca nel primo trimestre dell’anno i crediti dubbi delle sole cinque principali banche italiane avevano ormai raggiunto i 114 miliardi, pari all'80,2% dei mezzi propri (erano appena il 30,6% nel 2008), mentre il tasso di copertura dei crediti dubbi, nonostante la pressione di Banca d’Italia sulle banche commerciali italiane, non andava oltre il 40,6% a fine marzo (a fine 2008 era pari al 48,4%).

Probabilmente, dopo che si sarà stabilizzato il paese, si potrà pensare di avviare una generale ripulitura dei bilanci bancari, premessa per un nuovo e più funzionale modello del credito che sostenga la ripresa italiana, come sembra auspicare anche Mario Seminerio, magari passando per la creazione di una bad bank sul modello già adottato in Spagna (che ha ottenuto allo scopo fondi europei, di fatto contraendo nuovo debito pubblico) o prima ancora nel caso di fusioni e acquisizioni bancarie come quella tra il Sanpaolo di Torino e il Banco di Napoli negli anni Novanta, operazione che potrebbe partire, se ha ragione Piazzetta Cuccia, da Banca Mps (che a fine marzo aveva crediti dubbi per un totale pari al 297,8% dei mezzi propri) e Banco Popolare (dove il rapporto arrivava al 137,9%). In questo senso conforta notare un piccolo segnale che forse il paese si sta stabilizzando, almeno rispetto alla fase più acuta della crisi.

A luglio l’indice Pmi dei direttori acquisti del comparto manifatturiero italiano, secondo il rapporto elaborato da Markit/Adaci, è infatti risalito a 50,4 punti, contro attese di mercato per 49,7 punti (e contro i 49,1 punti segnati a fine giugno), toccando così il massimo dal maggio 2011. Una piccola buona notizia, eppure una buona notizia, perché quota 50 è la soglia critica che separa le fasi di recessione (valori dell’indice inferiori a 50) da quelle di espansione (valori superiori) ed erano due anni che l’indice non superava questa soglia. Ce l’ha fatta questa volta grazie in particolare (e questa è una seconda buona notizia che si inserisce nel solco di quel trend che notavo già ieri) al buon andamento della produzione manifatturiera e dei nuovi ordini.

In particolare i nuovi ordini in arrivo dall’estero registrano l’incremento mensile più marcato dall’aprile 2011, mentre si attenua la caduta dei prezzi dei fattori produttivi e della produzione manifatturiera. Inoltre le aziende “hanno beneficiato nel frattempo di una ulteriore, seppur lieve, diminuzione dei costi dei fattori produttivi, con anche i prezzi alla produzione che calano ad un ritmo moderato su base mensile”. Due giorni, due segnali positivi: non facciamoci l’abitudine, ma per intanto l’estate sta offrendo una speranza superiore a quella registrata nei primi sei mesi dell’anno. Sperando che la sentenza di Cassazione nel processo Mediaset non offra la scusa per alcuni per buttare tutto in caciara, mettendo a rischio i fragili progressi che finalmente si stanno registrando dopo due anni di crisi nera anche a causa dell'insipienza delle autorità politiche italiane ed europee.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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