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Anche il governo si rassegna alla realtà: la crescita per il 2019 sarà dello 0,1%

La bozza del Def, il Documento di economia e finanza che approderà oggi in Consiglio dei ministri, prevede una crescita tendenziale dello 0,1% nel 2019, ben al di sotto dell’1% stimato nella legge di Bilancio. Il Pil programmatico secondo il governo sarà invece allo 0,2%, grazie all’effetto sperato del dl crescita e dallo sblocca-cantieri. Il reddito di cittadinanza, invece, vale un aumento dello 0,2% del Pil nel 2019.
A cura di Stefano Rizzuti
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La bozza del Def, il Documento di economia e finanza che approderà oggi in Consiglio dei ministri, contiene previsioni per nulla positive per l’economia italiana. Nel quadro tendenziale, la previsione di crescita media del Pil in termini reali per il 2019 scende allo 0,1%, contro l’1% previsto nell’ultima legge di Bilancio. La crescita tendenziale, secondo il governo, aumenterà nel 2020 allo 0,6%, nel 2021 allo 0,7% e nel 2022 allo 0,9%. Il Pil programmatico, invece, sarebbe dello 0,2% nel 2019, salendo poi allo 0,7% negli anni successivi. A riportarlo è l’Ansa, che ha visionato la bozza. Così come Public Policy che riporta i dati contenuti nel Programma nazionale riforme (Pnr): “L’economia italiana ha perso slancio durante lo scorso anno, registrando nel complesso una crescita del Pil reale dello 0,9%, in discesa dall’1,6% del 2017. Ai modesti incrementi dei primi due trimestri del 2018 sono seguite, infatti, lievi contrazioni congiunturali del Pil nel terzo e quarto trimestre. A fronte di questi andamenti, nel quadro tendenziale, la previsione di crescita media del Pil in termini reali per il 2019 scende allo 0,1%, dall’1% del più recente documento ufficiale”.

Secondo le stime contenute nel documento, i due decreti (crescita e sblocca cantieri) approvati dal governo dovrebbero avere un impatto complessivo dello 0,1% sulla crescita, arrivando quindi allo 0,2% totale per il 2019. Inoltre, secondo le stime, l’effetto del reddito di cittadinanza sul Pil sarebbe dello 0,2% nel 2019 e dello 0,4% nel 2020. Un effetto che sarebbe dovuto ai “maggiori consumi” che il reddito dovrebbe provocare. Per quanto riguarda il debito pubblico, sarebbe del 2,4% nel 2019 e del 2,1% nel 2020, con un abbassamento stimato all’1,8% nel 2021.

Altro elemento introdotto nel Def è l’estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche a due aliquote, del 15% e del 20%, partendo dai redditi più bassi. Solo un accenno generico, quindi, sulla flat tax. Il governo, inoltre spiega di non voler rivedere “l’imposizione sugli immobili”, escludendo apparentemente anche l’ipotesi di una patrimoniale. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si dice “fiducioso e ottimista” per il Def che approderà oggi in Consiglio dei ministri: “Il libro dei sogni l’ho letto da piccolo, questo è il libro delle azioni”.

Fmi taglie le stime di crescita: +0,1% nel 2019

Le nuove stime contenute nel Def sembrano trovare d’accordo il Fondo monetario internazionale che proprio oggi ha rivisto la crescita dell’Italia: la previsione è di un Pil allo 0,1% nel 2019, lo 0,5% in meno rispetto a quanto previsto a gennaio. Rimane allo 0,9% la crescita per il 2020. Le previsioni per il debito pubblico vedono invece un aumento al 133,4% nel 2019. Il deficit è previsto salire al 2,7% per quest’anno. In generale, la crescita rallenta nell’Ue, anche in Germania e Francia, pur rimanendo ben al di sopra del dato italiano. E proprio la nostra economia preoccupa il Fmi, che ritiene la situazione italiana, al pari della Brexit, uno dei rischi maggiori per la crescita.

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