Alitalia, Cda: “Situazione finanziaria sarà presto riequilibrata”
Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia confida che la situazione finanziaria possa essere presto riequilibrata. È quanto si legge in una nota diffusa al termine della riunione odierna del Cda, durante la quale i consiglieri sono stati informati dell’andamento dei colloqui con il Governo. E dunque Alitalia è fiduciosa “vista la disponibilità manifestata dai soci e dal sistema bancario”. Il Cda è stato aggiornato a giovedì pomeriggio per aspettare che il Governo metta a punto l’intervento per sostenere finanziariamente la compagnia aerea. Il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, ha fatto sapere – si legge nella nota – “che il governo, con i cui rappresentanti i vertici di Alitalia hanno avuto un incontro ieri, sta completando l’analisi della situazione per definire gli idonei interventi, per la definizione dei quali è stato chiesto un ulteriore breve lasso di tempo”. Il Governo sarebbe disponibile ad aiutare la compagnia attraverso la ricerca di un socio pubblico per aiutare l’integrazione con Air France.
“Compagnia resti più possibile italiana” – A parlare al termine della riunione Cosimo Carbonelli D’Angelo, socio Alitalia per conto della G&C Holding: “Mi auguro che il Governo trovi una soluzione perché Alitalia è un asset indispensabile e importante per l’Italia”. Il suo augurio è che la vicenda si risolva in tempi brevi con il Governo che “deve fare la sua parte come gli azionisti” e che la compagnia rimanga “il più possibile italiana”. A proposito della vicenda Alitalia è intervenuto anche Luigi Angeletti, segretario generale della Uil: a suo dire l’intervento dello Stato non sarebbe auspicabile ma “allo stato dei fatti è necessario”. Probabilmente – così Angeletti parlando a Radio24 – “bisognerebbe fare una cosa più strutturata, che non sia quella di dare soldi, ma per esempio di fare un accordo infrastrutturale tra le reti ferroviarie e quelle aeree. La soluzione è fare accordi con altri partner che ci diano la garanzia sulle tratte intercontinentali. Non c'è alcuna ragione per accettare soluzioni per le quali un italiano per andare a New York faccia il giro dell'Europa”.