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Accordo sul gas russo, Mosca pigliatutto impone a Bruxelles la linea dura sull’Ucraina

Il presidente uscente dell’Ue Barroso evita in extremis la chiusura dei rubinetti Gazprom, diventando garante (insieme al Fmi) del debito astronomico di Kiev (più di 3 miliardi di dollari). L’accordo scadrà ad aprile.
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L'inverno europeo ed ucraino saranno molto meno freddi del previsto. Il meteo, tuttavia, c'entra ben poco perché la temperatura sarà alzata non dalle medie climatiche bensì dalle forniture energetiche russe che riscalderanno abitazioni ed uffici di milioni di cittadini sparsi tra l'Ue el'Ucraina. Poche ore fa a Bruxelles è stato firmato l'accordo tra Aleksandr Novak, ministro russo dell'Energia,  Yury Prodan, ministro ucraino dell'Energia, Günther Oettinger (vice presidente dell'Unione Europea e commissario all'Energia), presenti anche il presidente uscente dell'Ue Jose Manuel Barroso e il nuovo vicepresidente e commissario all'Energia Maroš Šefčovič (nonché i rappresentanti di Gazprom e Naftogaz, rispettivamente russa ed ucraina), per consentire il ripristino delle forniture energetiche da domani primo novembre e fino al 31 marzo 2015.

L'intesa trilaterale, sottoscritta a seguito di sette round di trattative tutt'altro che semplici, prevede che i rappresentanti del governo di Kiev pagheranno 3.1 miliardi di dollari entro la fine del 2014 per appianare parte del debito pregresso con le autorità di Mosca (il prezzo è stato fissato a 268.5 dollari per mille metri cubi) e la transazione, è stato concordato, verrà effettuata in due differenti tranche rispettivamente da 1.45 e 1.65 miliardi di dollari di cui la prima verrà effettuata a stretto giro e ritenuta dai vertici di Gazprom la conditio sine qua non per proseguire sia con la ristrutturazione del debito ucraino sia per permettere l'arrivo e il transito dei rifornimenti energetici invernali in Ucraina (che, secondo quanto dichiarato dall'Ad di Gazprom Miller potrà avvenirà già entro 48 ore dal primo versamento).

I punti dell'intesa

L'accordo prevede che Kiev, attraverso uno schema a tariffa prefissata (e pari a 378 dollari per mille metri cubi), pagherà in anticipo 1.5 miliardi di dollari per ottenere 4 milioni di metri cubi di gas necessari ad affrontare l'imminente inverno (secondo le stime fornite dal ministero dell'Energia ucraino il paese abbisogna di circa 50 milioni di metri cubi di gas l'anno, di cui 20 nel periodo compreso tra novembre – marzo e, al momento, le scorte nazionali ammonterebbero a circa 15 milioni di metri cubi). L'intesa, infine, prevede che il prezzo del restante del debito verrà definito dall'arbitrato di Stoccolma che dovrà stabilire l'ammontare del credito che Mosca vanta nei confronti di Kiev e le susseguenti modalità di pagamento. Mentre, per quanto riguarda il cosiddetto prezzo estivo del gas (ovvero da aprile in poi), i vertici della colosso energetico russo hanno chiarito che verranno seguiti e rispettati gli andamenti del mercato energetico e su quella base verranno formate le nuove tariffe. Per i cittadini dell'Unione Europea l'accordo sottoscritto a Bruxelles è vitale perché attraverso l'Ucraina transita circa il 15 per cento del fabbisogno energetico comunitario che, soprattutto nel periodo invernale, va a riscaldare milioni abitazioni site prevalentemente nell'Est e che per motivazioni storiche sono strettamente se non unicamente dipendenti dalle forniture provenienti dai giacimenti di gas siberiani.

Gunther Oettinger, Yuri Prodan, Aleksandr Novak, Jose Manuel Barroso, Maros Sefcovic – © European Union, 2014
Gunther Oettinger, Yuri Prodan, Aleksandr Novak, Jose Manuel Barroso, Maros Sefcovic – © European Union, 2014

Il vantaggio per l'Ucraina derivante dall'accordo ha affermato Oettinger –, è che così conferma il suo ruolo di partner affidabile all'interno dello scacchiere centro europeo, mentre sia l'Ue che il Fondo monetario internazionale saranno i garanti per l'utilizzo dei protocolli di assistenza (finanziaria, ndr) al fine di ripagare i debiti contratti in passato. Questo accordo non solo farà sì che Kiev avrà riserve energetiche sufficienti per superare l'inverno, ma rappresenta anche un importante contributo a far diminuire la tensione tra Russia e Ucraina”. Ancora più soddisfatto si è detto Barroso che ha aggiunto: “Sono contento di poter annunciare la sigla dell'intesa proprio al termine del mio mandato come Presidente della Commissione Europea. Con il nostro chiaro supporto, Ucraina e Russia hanno sottoscritta l'accordo relativo al ripagamento dei debiti in materia energetica, una soluzione che permetterà di far superare l'inverno al caldo. Sono felice di poter sottolineare che la responsabilità politica, la logica della cooperazione e il senso economico abbiano prevalso”.

Le condizioni russe

L'intesa ha anche stabilito che nel periodo interessato dalla tregua energetica non verrà applicato il sistema noto come “prendere o pagare”. “La Russia ha deciso di accordare uno sconto, nell'arco di tempo interessato dall'accordo, pari a cento dollari per mille metri cubi di gas – ha affermato il ministro russo Novak –. Questo farà si che il prezzo verrà mantenuto a 378 dollari senza subire fluttuazioni relative al mercato energetico. Tuttavia rimane fuori dal tavolo delle trattative cosa succederà dal primo aprile, quando questa intesa verrà naturalmente a scadere. E nel caso in cui non si dovesse trovare un nuovo accordo, il prezzo che Gazprom applicherà all'Ucraina sarà quello di mercato pari a 485 dollari per mille metri cubi. I contrasti rimangono ancora in piedi e nessuno li ha dimenticati. Quindi – ha concluso Novak –, senza nuove intese negoziali il prezzo tornerà nuovamente a quello sancito nel contratto ancora in vigore”.

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Sebbene nessuno abbia voluto cantare vittoria ufficialmente e oltre la legittima soddisfazione espressa dai plenipotenziari europei, appare ragionevole ritenere che il tavolo negoziale a tre abbia registrato la vittoria su tutti i fronti di Mosca che, in ogni caso, partiva da una posizione contrattuale privilegiata in quanto non solo fornitore del gas europeo, ma – visti anche gli ultimi accordi con la Cina –, anche di altre realtà economiche potenti e stabili.

Come emerso dai round negoziali Gazprom ha imposto che l'Ue e il Fmi garantissero per il debito ucraino, implicando un nuovo onere economico per Bruxelles che oltre al proprio fabbisogno dovrà – di fatto – farsi carico anche delle possibili mancanze di Kiev. Inoltre la precisazione di Novak, relativa all'assoluta temporaneità dell'intesa, sottolinea che la partita è tutt'altro che chiusa e che Mosca non solo non ha alcuna intenzione di mettere da parte le ostilità, ma di essere pronta a riproporre l'arma energetica in relazione ai fronti aperti e ancora caldissimi quali la situazione in Ucraina orientale, le sanzioni imposte da Usa ed Ue al Cremlino e la situazione in Crimea che, al momento, sembra essere sparita dall'agenda politica europea ed internazionale per motivi di opportunità

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