Accise diesel, l’allineamento ci sarà ma non in manovra: di quanto aumentano i prezzi dei carburanti
L'allineamento delle accise di diesel e benzina ci sarà, ma non in questa legge di bilancio. Nella manovra, che approderà il 21 ottobre in Parlamento, non si fa riferimento a interventi sulle aliquote dei carburanti, così pure nel decreto legislativo per la Revisione delle disposizioni in materia di accise approvato ieri sera in Consiglio dei ministri.
Alle rimodulazione, che rientra tra gli obiettivi indicati all'interno del Piano strutturale di bilancio da presentare a Bruxelles, verrà dedicato probabilmente un provvedimento ad hoc, come ha anticipato il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi.
Aumentano le aliquote sul diesel di 1 centesimo l'anno: cosa significa
L'intervento consisterà con ogni probabilità in un aumento delle accise sul gasolio, che al momento valgono circa 62 centesimi al litro, e un abbassamento di quelle sulla benzina (rispetto agli attuali 73 centesimi al litro) fino raggiungere un livello comune. A subire il rialzo dunque, saranno le aliquote sul diesel, che secondo quanto spiegato dal viceministro leghista, aumenteranno "di 5 centesimi in cinque anni", cioè un centesimo all'anno.
L'allineamento è stato confermato anche dal titolare dell'Economia, Giancarlo Giorgetti che oggi in conferenza stampa ha dichiarato: "Sulle accise ci sarà un allineamento: ci sarà presumo una riduzione della benzina e un aumento del gasolio al netto degli autotrasportatori che hanno una loro normativa, ma vedremo, abbiamo demandato al Parlamento". La rimodulazione "non è contenuta nella legge di bilancio. Non ci sarà nessuna stangata, è un impegno europeo e sarà gestito in Parlamento attraverso il decreto legislativo", ha spiegato.
Il rincaro delle accise sul diesel dunque, non riguarderà i mezzi di autotrasporto, che saranno esclusi dall'intervento, ma avrà comunque delle ricadute su tutti i proprietari di auto a gasolio. Sulla questione però, Giorgetti ha minimizzato: "Io la macchina ce l'ho a gasolio, pagherò un centesimo in più al litro, una stangata da cui non mi riprenderò più...", ha scherzato.
Il Codacons ha contestato le parole di Giorgetti
Secondo il titolare del Mef, l'allineamento "produce effetto zero nel momento in cui tiri giù la benzina e tiri su il gasolio. Per adesso però non è deciso nulla, perché abbiamo rimesso al Parlamento la decisione". Ma su questo punto, non è d'accordo il Codacons, che ha contestato le parole di Giorgetti in conferenza stampa. "In tema di accise arrivano oggi dichiarazioni non solo sbagliate, ma anche fuorvianti", è l'accusa."Evidentemente Giorgetti non conosce il parco auto circolante in Italia, e non sa che nel nostro Paese il 41,5% delle vetture a disposizione delle famiglie è alimentato a gasolio", ha affermato il presidente Carlo Rienzi.
Per l'associazione a tutela dei consumatori, "questo significa che anche un piccolo aumento delle accise, cui si applica anche l'Iva, determina a tutti gli effetti una stangata sulla pluralità di italiani che ogni giorno si muovono con una automobile a gasolio". Dal Codacons insomma, ritengono che la misura farà sentire i suoi effetti, destinati a pesare sulle tasche dei consumatori. Nello specifico, "sono 16,7 milioni le auto diesel circolanti in Italia nel 2024. Un aumento delle accise di 1 centesimo di euro per il gasolio equivale ad una maggiore spesa da +0,61 euro su un pieno da 50 litri, se si tiene conto anche dell'Iva applicata sulle accise. In un anno l'aggravio di spesa complessivo a carico dei proprietari di auto a gasolio sarà pari a +245,6 milioni di euro, conto che raggiunge 1,23 miliardi di euro nel caso in cui l'accisa dovesse salire di 1 centesimo all'anno per cinque anni", ha concluso Rienzi.