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Opinioni

A pagare la crisi sono solo i cittadini onesti e le aziende in regola

Sono i dossier di Confindustria e Cgia di Mestre a riaprire il dibattito su pressioni fiscale e crisi economica: in 5 anni oltre 650 euro di aumenti tra affitti e bollette.
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Da una parte c'è lo studio del centro studi di Confindustria che parla chiaro: "Evasione e pressione fiscale alte e normativa complessa creano un contesto "sfavorevole" all'attività d'impresa e si traducono in minore competitività e minore attrattività del Paese". dall'altra ci sono le rilevazioni della Cgia di Mestre sulla tassazione sul lavoro: "L'incidenza del prelievo fiscale e contributivo sui redditi da lavoro, misurata con l'aliquota implicita, cioè l'onere medio effettivamente pagato, è stata nel 2011 seconda solo al Belgio: 42,3% contro il 42,8%, rileva il Csc. E contro una media del 37,7% dell'Eurozona e del 35,8% dell'Ue-27". Rilevazioni e studi che, come riassume l'Ansa, concorrono a determinare un quadro francamente desolante, in cui si evidenzia come a pagare la crisi siano state soprattutto quelle aziende "oneste" e quelle famiglie tradizionalmente più esposte.

I due grandi blocchi sono sempre gli stessi: l'incidenza del carico fiscale sul lavoro e la perdita del potere d'acquisto dei salari. Nel primo caso, nella convinzione che l'intervento del Governo sul cuneo fiscale sia alla stregua del brodino caldo per una malattia sistemica, vale la pena sottolineare il divario esistente fra gli altri Paesi europei: in Italia siamo al 42,3%, la Francia è al 38,6%, la Germania al 37,1%, la Spagna al 33,2%, il Regno Unito al 26,0%. Come corollario, si legge nello studio Cgia: "il totale pagato dalle imprese italiane è il 16esimo più elevato al mondo: pari al 65,8% degli utili".

In questo contesto si inseriscono poi gli aumenti delle tariffe che in qualche modo influenzano i consumi e la fiducia stessa dei consumatori: aumenti che riguardano in particolare i comparti regionali e comunali (oltre il 4% su base annua, rispetto al 3,5% di quelle nazionali). Analisi poco rassicuranti che però concordano sulle "aggravanti" determinate da sprechi, corruzione ed evasione fiscale. Ed è solo attraverso una seria spending review ed una decisa (e sensata) lotta all'evasione fiscale che potrebbero essere recuperate risorse vitali per l'intera economia italiana.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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