A maggio l’inflazione è cresciuta del 6,9%, un aumento che non si vedeva da trent’anni: i dati Istat
A maggio l'inflazione torna a correre. Le stime preliminari dell'Istat pubblicate oggi segnalano una crescita dell'indice nazionale dei prezzi al consumo dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua, dei livelli che non si registravano dal 1986 quando si arrivò al picco del 7%. "A maggio, dopo il rallentamento di aprile, l’inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da marzo 1986 (quando fu pari a +7,0%). Gli elevati aumenti dei prezzi dei beni energetici continuano a essere il traino dell’inflazione (con quelli dei non regolamentati in accelerazione) e le loro conseguenze si propagano sempre più agli altri comparti merceologici, i cui accresciuti costi di produzione si riverberano sulla fase finale della commercializzazione", scrive l'Istituto in una nota.
Insomma, è l'aumento del costo dell'energia a trainare i rincari, facendo salire i prezzi a livelli che non si vedevano da oltre trent'anni. Chiaramente la guerra in Ucraina pesa sui prezzi dell'energia, che poi si riflettono anche sui costi finali negli altri comparti di merci. L'Istat infatti aggiunge: "Nello specifico, i prezzi del gas di città e gas naturale mercato libero aumentano su base mensile del 4,6%, spingendo in alto la crescita tendenziale di quelli del gas di città e gas naturale nel loro complesso (da +61,9% a +66,3%; +2,8% la variazione congiunturale), e accelerano i prezzi del gasolio per riscaldamento (da +45,7% a +47,5%, +1,9% su base mensile), del gasolio per mezzi di trasporto (da +23,1% a +25,0%, +2,2% la variazione congiunturale), della benzina (da +13,0% a +13,9%; +1,8% la variazione congiunturale) e dell’energia elettrica mercato libero (da +67,2% a +74,7%; +7,3% rispetto ad aprile)".
Ci sono però buone notizie sul fronte del Pil. Oggi infatti l'Istat ha anche pubblicato le statistiche sui conti economici trimestrali e il prodotto interno lordo non risulta in calo, come si temeva, ma in crescita dello 0,1%. "La stima completa dei conti economici trimestrali fa registrare una crescita del Pil dello 0,1% in termini congiunturali e del 6,2% in termini tendenziali. Si tratta di stime al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 aprile, quando il rilascio mostrava una diminuzione congiunturale dello 0,2% e un aumento tendenziale del 5,8%", scrivono i ricercatori. Che precisano come la ripresa sia stata determinata soprattutto dalla domanda interna e dagli investimenti, a fronte di un calo nella domanda estera. L'apporto dei consumi privati, prosegue la nota, è stato negativo, mentre è risultato nullo quello delle amministrazioni pubbliche.