Va bene l’attenzione alle novità che, su base quotidiana, possono modificare lo scenario prospettico sia di un’economia sia di un settore o di una singola società quotata, ma se volete investire con una qualche serenità i vostri capitali in borsa, reddito fisso, materie prime o immobili presto o tardi dovrete scegliere lo scenario di macro-temi a lungo periodo a cui credere.
Lo sanno bene gli esperti di Credit Suisse, che oggi hanno pubblicato un report dedicato ai cinque “super trend” a lungo termine che sembrano offrire le termine migliori opportunità d’investimento. Secondo gli analisti rossocrociati, il disincanto di ciò che rimane della “classe media” occidentale ha avviato una serie di ripercussioni politiche che vedranno l’emergere diffuso di nuovi leader chiamati a cambiare lo status quo, nell’ambito di un diffuso malcontento sociale.
I settori caratterizzati da “campioni nazionali” potrebbero offrire opportunità d’investimento interessanti a livello pluriennale, visto che l’emergere di un blando mercantilismo potrebbe portare a misure che favoriscano l’apertura o il potenziamento di impianti produttivi nazionali, modificare la fiscalità a vantaggio di chi effettuerà maggiori investimenti in casa anziché all’estero o sollevare l’opinione pubblica contro coloro che preferiscono far “emigrare” le produzioni e concentrasi sulla crescita sui mercati esteri.
Le costruzioni, i telefonici, le infrastrutture informatiche sono esempi di tali settori, ma ancora di più lo sono la sanità e la difesa. Per quanto riguarda in particolare le infrastrutture, gli esperti notano come esse siano uno strumento di politica economica “ideale”, che genera altresì interessanti opportunità d’investimento, in particolare pensando alla spesa prevista nel prossimo decennio per settori come l’energia, l’acqua o i trasporti (settori che si prevedono molto “caldi” soprattutto in Asia nei prossimi anni), ma anche la casa e la telefonia.
Un terzo super trend interessante a lungo termine è quello della tecnologia a servizio dell’uomo: sebbene periodicamente la tecnologia venga vista come una minaccia che elimina posti di lavoro, essa, ricordano gli esperti rossocrociati, garantisce vantaggi significativi per gli esseri umani. Tuttavia l’innovazione dipende strettamente dagli investimenti che le aziende fanno per diventare digitali, risentendo molto di eventuali peggioramenti dello scenario macroeconomico di ciascun paese.
Pertanto è necessario un approccio rigoroso per riuscire a catturare ogni volta i trend vincenti: la realtà virtuale e aumentata, l’intelligenza artificiale, l’industria 4.0, i co-bot, le tecnologie per sviluppare auto senza guidatori sono esempi di alcuni dei temi più “caldi” in questo campo al momento, così come la crescente offerta di soluzioni per monitorare a distanza anziani e degenti, sviluppare nuove molecole e terapie immunitarie e genetiche.
Uno dei macro temi più “impattanti” sull’economia mondiale sarà poi il graduale invecchiamento della popolazione, che porterà entro il 2050 a vedere oltre 2,1 miliardi di over sessantenni in tutto il mondo. Già prima di allora, nel 2030, vi saranno impatti rilevanti, dato che se al momento esistono circa 7 lavoratori per ogni pensionato al mondo (di cui circa il 48% già oggi non riceve alcuna pensione), entro tale data si calerà a non più di 4,9 lavoratori per pensionato, mentre il potere di spesa degli over sessantenni dovrebbe già nel 2020 raggiungere i 15 mila miliardi di dollari complessivi.
I consumi, ma anche il settore sanitario e quello immobiliare saranno i più colpiti dai cambiamenti, che porranno alcuni dei maggiori problemi di finanziamento dei prossimi anni per il settore pubblico in tutto il mondo, dando per contro spazio al settore privato per offrire nuove soluzioni. Se le “volpi d’argento” sono in forte avanzata, i “millenial” (persone tra i 19 e i 34 anni d’età) restano la maggiore generazione mai registrata nel corso della storia umana e stanno per arrivare alla piena maturità come investitori/consumatori e costituiscono pertanto il quinto macro-tema d’investimento di lungo periodo.
Essendo nativi digitali, notano gli esperti, i millenial coi loro comportamenti stanno distruggendo abitudini consolidate e modelli di business tradizionali in tutti i settori (in campo immobiliare, ad esempio, è evidente la crescita del mercato dei micro-appartementi), facendo emergere al tempo stesso nuovi brand “millenial”. Le società che si dimostreranno maggiormente in linea coi valori di questa generazione, in particolare riguardo la sostenibilità ambientale, sociale e a livello di governance, guadagneranno terreno a discapito di vecchi colossi che si dimostreranno incapaci di cambiare strada.
In che settori si vedrà tutto questo? Ad esempio, ma non solo, nel campo dei trasporti su terra (con la crescita delle auto elettriche) o dell’energia (con le energie rigenerabili ossia biogas, solare, geotermica, idroelettrica ed eolica, sempre più in grado di sostituirsi alle fonti fossili). I prossimi anni e decenni, insomma, promettono di essere se non un periodo semplice, sicuramente uno tra i più interessanti della storia umana recente.
Speriamo solo che governi ed aziende riescano a capire per tempo come favorire una transizione il più possibile indolore e in grado di ridurre le diseguaglianze e migliorare la qualità di vita di quante più persone. Possibilmente anche in Italia, dove pure molti dei temi sopra esposti sono stati spesso dipinti a tinte fosche per interessi politici ed economici più o meno pubblicamente dichiarati.