Ebola, peggiora l’infermiera in Spagna. In Italia medico ricoverato per precauzione
Peggiorano le condizioni di salute dell'infermiera spagnola contagiata dal virus Ebola, Teresa Romero. Lo ha reso noto l'ospedale Carlos III di Madrid. “Il quadro clinico è peggiorato ma non posso fornire altre informazioni”, ha spiegato alla stampa una responsabile dell'ospedale spagnolo. L’infermiera 44enne in cura a Madrid è la prima persona contagiata dal virus di febbre emorragica fuori dall'Africa. La donna faceva parte dell'equipe che ha curato due missionari spagnoli, contagiati dal virus in Africa e poi deceduti. In mattinata José Ramon Romero, il fratello della contagiata, è stato intervistato dalla radio e ha detto che la paziente è stata intubata. La vicedirettrice dell'ospedale Carlo III-La Paz ha riferito che un altro infermiere ausiliare “a rischio di esposizione, che è stato ricoverato in isolamento questa mattina, anche se non presenta sintomi della malattia”. Sono sette i ricoverati nel nosocomio sotto osservazione.
Allarme Ebola, il ministro della Salute Lorenzin al Senato
Intanto, per quanto riguarda l’allarme Ebola in Italia, oggi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta in Aula al Senato. Lorenzin ha spiegato che in queste ore è stato ricoverato allo Spallanzani un medico di Emergency che nei giorni scorsi aveva avuto contatti con un collega che poi è stato ricoverato in Germania. “Ad oggi – ha precisato comunque il ministro – è del tutto asintomatico. Il periodo di osservazione terminerà a 21 giorni dal contatto, avvenuto il 16 settembre scorso”. Si tratta, dunque, solo di una misura precauzionale dato che il medico, ha aggiunto Lorenzin, non ha avuto alcun tipo di contatto diretto. Lorenzin ha sottolineato poi che l'attuale epidemia di Ebola in Africa “è la più estesa mai registrata” e per la prima volta interessa grandi città, ribadendo la necessità di intervenire in loco nella realizzazione di strutture adeguate per soccorrere anche gli operatori. “Stiamo valutando la possibilità di inviare nelle zone colpite dall'epidemia delle strutture sanitarie mobili, oltre a quelle già presenti, debitamente attrezzate per il trattamento dei pazienti, nonché personale sanitario volontario disponibile ad andare a lavorare nelle zone endemiche”, ha detto ancora al Senato Lorenzin.