È morto l’ex SS Erich Priebke
Erich Priebke, ex ufficiale delle Ss Erich Priebke è morto oggi all'età di 100 anni. Il suo avvocato, Paolo Giachini, ha dato la notizia dell'avvenuto decesso con una nota nella quale sottolinea che "La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealtà". L'ex capitano delle Ss, condannato all'ergastolo per la strage delle Fosse Ardeatine ha lasciato una intervista scritta e un video, testamento umano e politico. Priebke è deceduto proprio nel giorno in cui in Vaticano il Papa ha ricordato il 70esimo anno dalla deportazione degli ebrei di Roma (16 ottobre 1943). Oggi Francesco ha ricevuto in Vaticano il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e una delegazione della Comunità ebraica di Roma.
Stamane il legale dell'ex gerarca nazista aveva smentito che il suo cliente avesse rilasciato un'intervista al giornale tedesco Sueddeutsche Zeitung. Nel colloquio pubblicato in Germania conteneva una serie di particolari inediti sull'eccidio delle Fosse Ardeatine: "Kappler disse che gli ufficiali dovevano sparare per primi, ma uno non voleva sparare – si legge – allora Kappler gli disse: ascolta bene, se tu non spari, dobbiamo fucilarti, chiaro? Allora a malincuore anche quello sparò e Kappler osservò che era stata ristabilita la disciplina. A quel punto abbiamo dovuto sparare di nuovo tutti. Il colloquio del quotidiano tedesco è stato smentito in toto dall'avvocato dell'ex SS morto oggi.
Erich Priebke non si è mai pentito dell'eccidio delle Fosse Ardeatine (335 civili e militari italiani, fucilati a Roma il 24 marzo 1944) avvenuto in rappresaglia all'attentato antifascista di via Rasella (che uccise inizialmente 33 soldati tedeschi, diventati poi 42 con la morte di alcuni feriti inizialmente). Priebke e il comandante dell'SD e della Gestapo a Roma Herbert Kappler furono i protagonisti del fatto. Dopo via Rasella furono rasi al suolo per ordine di Adolf Hitler i quartieri di Testaccio e San Lorenzo, poi si opto' per la rappresaglia del 10 a 1: dieci fucilati per ogni tedesco ucciso. Fu Kappler a redigere la lista, mentre Priebke batteva a macchina. Alla fine sui camion finirono in 335, contro i 330 inizialmente previsti. Sull'Ardeatina, in alcune cave di tufo, furono massacrati i prigionieri con un colpo alla nuca e sparavano. Poi la cava fu fatta saltare in aria e l'eccidio fu scoperto solo tempo dopo, da un gruppo di bambini nella zona per giocare. Il processo fu celebrato dopo mezzo secolo e la difesa di Priebke fu che si era limitato a spuntare i nomi dalla lista. Le ricostruzioni provarono che ci fu il caso di un caporale, Wetjen, che ad un certo punto si rifiutò di continuare. Solo nel 1954 il nazista, scappato in Argentina grazie ad una serie di vergognose complicità, fu stanato da un giornalista, estradato in Italia e condannato ad una lunga pena detentiva, da scontare agli arresti domiciliari.