Draghi dà una mano a Renzi: “Possibile salvare le banche con soldi pubblici”
Dopo la Brexit, la Banca Centrale Europea è “pronta a intervenire per affrontare il problema delle sofferenze bancarie”. Lo ha ribadito Mario Draghi al termine della prima riunione dopo la Brexit e nel pieno della discussione sulla proposta di “sospendere” le norme sul bail in (ovvero la condivisione del costo dei salvataggi fra azionisti e investitori degli istituti di credito) per alcuni casi particolari. Nello specifico, il Presidente della BCE ha detto di considerare “molto utile” la possibilità di utilizzare un intervento pubblico per i crediti deteriorati delle banche, precisando però che “deve essere presa d’accordo con la Ue e specialmente con la direzione generale concorrenza della Commissione”.
Del resto, ha spiegato sempre nel corso della sua relazione, “la priorità è un mercato ben funzionante dei crediti deteriorati, con una cornice legislativa all’interno della quale i crediti deteriorati possano essere scambiati e venduti”. C’è evidentemente un riferimento anche alla situazione delle banche italiane, ancora in alto mare malgrado “i passi in avanti” fatti nelle ultime settimane. Ricordiamo che stiamo parlando di una enorme quantità di denaro: secondo alcune stime, il totale dei crediti deteriorati in “possesso” delle banche italiane si aggira sui 400 miliardi di euro, cifra pari al 17% dei crediti totali e a circa la metà totale dei crediti deteriorati presenti sul mercato europeo.
Draghi ha poi confermato che la Bce intende lasciare invariati i tassi di interesse, ovvero allo 0% quello principale, a meno 0,4% quello sui depositi, allo 0,25 quello di rifinanziamento. Resta ancora il problema dell’inflazione, che anche nei prossimi mesi dovrebbe essere molto bassa, ma la Bce non esclude altri interventi quando “il quadro della situazione sarà notevolmente più chiaro”.