Domenica si prega contro i diritti dei gay in 100 piazze italiane
Si fanno chiamare "sentinelle in piedi" e sostengono di lottare per la libertà di espressione, vigilando su quanto accade nella società e "denunciando ogni occasione in cui si cerca di distruggere l’uomo e la civiltà". In realtà basta leggere il loro sito internet per accorgersi che gli intenti sono ben altri e nel loro mirino c'è la "tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna": migliaia di cittadini stanno per ore in piedi di fronte ai luoghi del potere, leggendo un libro o pregando silenziosamente. Spiegano: "La nostra è una rete apartitica e aconfessionale: con noi vegliano donne, uomini, bambini, anziani, operai, avvocati, insegnanti, impiegati, cattolici, musulmani, ortodossi, persone di qualunque orientamento sessuale, perché la libertà d’espressione non ha religione o appartenenza politica, ci riguarda tutti e ci interessa tutti".
Ma di quale libertà di espressione parlano? In che modo i loro diritti sarebbero stati lesi? Le sentinelle in piedi ritengono che il ddl Scalfarotto, ovvero il decreto che intende contrastare omofobia e transfobia, rappresenti una violazione grave dei diritti civili. Secondo i manifestanti "il testo è invece fortemente liberticida in quanto non specifica cosa si intende per omofobia lasciando al giudice la facoltà di distinguere tra un episodio di discriminazione e una semplice opinione". Di fatto il decreto Scalfarotto estende la legge Mancino-Reale sulle discriminazioni etniche, razziali e religiose ad atti motivati da omofobia e transfobia, punendo severamente coloro che discriminano gay, lesbiche e transessuali.
E' dunque contro la "legge sull'omofobia" che le sentinelle in piedi protestano: lo faranno anche domenica in 10 piazze italiane: "Per la libertà di espressione, per poter essere liberi di affermare che il matrimonio è soltanto tra un uomo e una donna, che un bambino ha il diritto ad avere la sua mamma e il suo papà e che loro hanno il diritto di educare liberamente i loro figli". Con buona pace dei diritti civili