L’appuntamento è fissato di buon mattino: domani (mercoledì) alle ore 8 a Palazzo Chigi. Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, a quanto apprende Fanpage, si incontreranno in un orario insolito. Le giornate dei due leader sono così piene di impegni che, salvo imprevisti dell’ultimo minuto, l’attesissimo nuovo vertice Silvio-Matteo aprirà la giornata, costringendo alla levataccia fotografi e operatori tv. Il “patto del Nazareno” verrà rinvigorito, rafforzato e per quanto possibile “corretto” per rendere la legge elettorale più facilmente digeribile per i partitini, magari abbassando le soglie e introducendo uno spazio anche per le preferenze. Ma il passo spedito della riforma costituzionale in Parlamento è il suggello più importante e più evidente all’intesa raggiunta tra Partito Democratico e Forza Italia.
Nessun sostegno al governo e alla politica economica di Padoan – Insieme a Berlusconi ci saranno Denis Verdini e Gianni Letta; con Renzi, Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Il solito sestetto tra un caffè e una spremuta stringerà i bulloni del “patto” e farà il punto della situazione su vari fronti. Non si parlerà nemmeno per un istante dell’eventualità di un appoggio esterno di Forza Italia al governo e tantomeno di un ingresso dei berlusconiani in maggioranza. La politica economica di Pier Carlo Padoan e Matteo Renzi è l’esatto contrario di quella che Berlusconi ritiene indispensabile per il rilancio dei consumi. In questo senso Silvio, da sempre convinto della necessità di alleggerire la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese, è molto più vicino alle posizioni ipercritiche di Renato Brunetta che a quelle iperconcilianti di Denis Verdini, ormai mitologica figura metà berlusconiana e metà renziana, che se potesse fonderebbe i due partiti che (al di là di trasformazioni e cambi di nome) negli ultimi 20 anni si sono combattuti senza tregua in una grande nuova Dc.
Berlusconi e la “mancia” degli 80 euro – Del resto, che la “mancia” degli 80 euro non avrebbe dato la sospirata spinta ai consumi, Berlusconi l’aveva detto e ripetuto. Il Grande Assolto era convinto e lo è sempre di più che quell’aumento sarebbe stato speso in nuove tasse o accantonato dagli italiani, in crisi totale di liquidità. Gli indicatori economici sembrano dare ragione alle previsioni dell’ex premier, che dunque mai e poi mai infilerebbe Forza Italia in una maggioranza “tutta tasse”. Sulle riforme e sull’Italicum massimo impegno, ma sull’economia Matteo dovrà sbrigarsela da solo…