Uno dei problemi relativi al controllo della spesa pubblica è quello del controllo.
Per controllo non si intende solo la correttezza del procedimento con cui si delibera la spesa, ma, si intende anche un controllo "morale" o dell'opinione pubblica sulla spesa (se il "pubblico").
Il ragionamento alla base di questo principio (trasparenza) è questo: all'aumentare della possibilità dell'opinione pubblica di conoscere la spesa responsabilizza colui che deve decidere sulla spesa. In poche parole, la possibilità di comprendere il tipo di spesa (il quantum) "impone" a colui che deve decidere decisioni corrette.
Per raggiungere questo risultato il governo ha creato un nuovo sito che dovrebbe rendere la spesa della pubblica amministrazione "trasparente" www.soldipubblici.gov.it.
Il sito funziona in questo modo:
– è possibile inserire il nome di una ragione, provincia e comune,
– e poi è possibile inserire il tipo della spesa
Il risultato che si ottiene è quello relativo alla spesa complessiva per quella materia, in quel determinato ente pubblico.
In questo modo è possibile confrontare, per tipologie uniformi di spese, il costo dei servizi nei cari enti e valutare le differenze.
Infatti, per i servizi igienici il comune di milano ha speso per il 2013
mentre non esiste un analogo dato per il comune di napoli.
E' possibile procedere in modo analogo per altre tipologie di spesa, come ad esempio "consulenza" 2013 .
Oppure per l'assistenza informatica 2013
Si potrebbe procedere ad effettuare l'identico controllo per le spese di aggiornamento dei dipendenti 2013
Certo, se l'analisi per macro categorie di spese dovesse dimostrarsi coretto ci sarebbe da porsi alcune domande (ed anche serie), fermo restando che alcune spese dipendono anche dal numero dei dipendenti di ogni amministrazione, cioè, in altri termini, devono essere confrontati dati omogenei e non dati provenienti da amministrazioni non omogenee.