Direzione Pd, la proposta di Renzi: “Senato a costo zero, modifiche al Titolo V”
Dopo giorni di polemiche ed attacchi più o meno strumentali, Matteo Renzi torna a riunire la Direzione Nazionale del Partito Democratico per fare il punto sul percorso di riforma della legge elettorale (dopo la presentazione alla Camera dei deputati e le ulteriori "mediazioni" con gli altri partiti), ma soprattutto per "spiegare nel dettaglio" il suo piano di riforma del Senato della Repubblica e di revisione del Titolo V della Costituzione. Alla presenza del Presidente del Consiglio Enrico Letta, cui ricorda la lealtà del partito fino a questo momento (su provvedimenti, ministri e scelte strategiche) ma rammenta il valore "per il Paese" dell'iniziativa della sua segreteria, Matteo Renzi fa prima il punto sulla questione della legge elettorale, dell'Italicum. Prima di tutto chiarendo di non aver alcuna paura di un eventuale voto segreto ("Su voto segreto la presenza in Aula del Pd è stata del 92,8%, noi non ci spaccheremo"), poi attaccando la ricostruzione di una legge "pro Berlusconi": "Non c'è sistema elettorale che favorisca l'uno o l'altro dei candidati e i sondaggi ignorano che in campagna elettorale i meccanismi sono completamente diversi (serve dunque un ragionamento più ampio). Poi, se perdessimo contro Berlusconi, Bossi e Casini, la colpa sarebbe solo nostra".
Il punto centrale della relazione del segretario democratico però è un altro: "Limitarci solo alla legge elettorale sarebbe una sconfitta e dobbiamo inserire tale accordo in un pacchetto di riforme, a cominciare da quella del Senato". Su tale discorso Renzi spiega di avere solo tre punti fermi: "Il Senato non deve avere costo in termini di indennità, non deve votare fiducia e deve essere davvero la Camera delle Autonomie. Sul resto invece si può e si deve discutere, anche perché io considero un valore la presenza di Forza Italia al tavolo delle trattative". Poi alcune proposte specifiche, come la possibilità che al posto dei senatori a vita vi siano "personalità di alto valore", sempre indicate dal Presidente della Repubblica, ma che abbiano un incarico temporaneo e possano davvero essere utili alla Camera delle Autonomie. Nello specifico poi, le modifiche al Titolo V riguardano l'assegnazione delle competenze dalle Regioni allo Stato, nonché il recupero di alcune risorse grazie alla revisione delle indennità: "Un consigliere regionale non può guadagnare più del Sindaco del Comune capoluogo".
Poi un passaggio sulle vicende degli ultimi giorni in Parlamento: "L'escalation dei toni dipende dal fatto che stiamo cominciando a produrre dei risultati che tolgono la terra sotto i piedi alla protesta del Movimento 5 Stelle. Nel momento in cui risolviamo i problemi, Grillo alza i toni e va alla Camera in visita non a caso. Io soffro nel vedere i deputati 5 Stelle come prigionieri politici incastrati nel blog".
Poi l'intervento di Enrico Letta, che ha spiegato come il "risultato elettorale di febbraio sia unico nella storia europea, con il risultato clamoroso del Movimento 5 Stelle che ha deciso di non partecipare ad alcun tipo di discussione, fino a mettersi di traverso appena è partito il percorso di riforme incisivo". "Noi abbiamo provato a trovare delle soluzioni", continua Letta, "anche su due grandi questioni specifiche: uscita dalla crisi sociale ed economica (possibile quest'anno, anche se bisogna capire che la gente non mangia con gli indicatori economici) e il rilancio degli investimenti in Italia, con creazione di nuovi posti di lavoro, che passa anche dalla revisione istituzionale in vista dello snellimento dei processi decisionali a tutti i livelli".
La replica di Renzi: "Sul governo si discute il 20 febbraio" – Alla fine della discussione arriva la replica del segretario Renzi che ha risposto ad alcuni degli interventi sottolineando che lui è aperto a qualunque discussione. “Valgo uno in queste discussioni” ha dichiarato infatti Renzi, che si è detto disponibile a dedicare la direzione del prossimo 20 febbraio a fare chiarezza sul rapporto tra PD e Governo, come chiesto tra gli altri da Gianni Cuperlo. Renzi ha voluto sottolineare però che “il problema del governo non è la mancanza di serietà del Pd. Il problema del Governo non è il PD che in tutti i passaggi è stato serio”. “Io sto allo schema che ci ha posto il Presidente del consiglio, di un governo in carica per 18 mesi” ha spiegato Renzi, aggiungendo, "ma se vogliamo discuterne e cambiare schema non ho alcun problema a dedicare una direzione su quello che sta facendo il governo, in una logica di franchezza e trasparenza che io per primo mi sono sentito di chiedere al Presidente del consiglio”. Il Segretario del PD ha anche difeso l’utilizzo dello streaming nelle direzioni, messo in discussione da Cuperlo. “Ci possiamo confrontare sullo streaming, ma se bisogna toglierlo per poi twittare in tempo reale i contenuti…” ha dichiarato Renzi, aggiungendo “lo streaming porta tanta gente a seguirci”.
Gli umori degli altri partecipanti alla direzione sono diversi, però:
Mentre Cuperlo insiste sul sostegno a Letta: