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Elezioni politiche 2018

Di Stefano (CasaPound): “Non rinneghiamo il fascismo. Bisogna sciogliere i centri sociali”

Il leader di CasaPound Simone Di Stefano, durante un’iniziativa elettorale a Bologna ha detto che il fascismo è una “dottrina politico sociale”, e non “una dittatura”
A cura di Annalisa Cangemi
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"La città è blindata perché esistono centri sociali violenti, anonimi, che con atti criminali cercano di impedire lo svolgimento della campagna elettorale agli altri partiti. Non è nostra responsabilità, ma di chi tiene in vita queste organizzazioni criminali che andrebbero sciolte". Lo ha detto Simone Di Stefano, leader e candidato premier di CasaPound, oggi a Bologna per un'iniziativa elettorale all'hotel Europa, a chi gli ha chiesto cosa ne pensa delle città blindata e delle tensioni che già si registrano anche a Milano per il comizio di questo pomeriggio.

"Siamo convinti che non succederà niente e crediamo fortemente che tutto questo clima sia montato ad arte – ha spiegato Di Stefano – per impaurire gli italiani e spingerli a votare i partiti di sistema o a ingoiare nuovamente un governo tecnico che nascerà ad aprile. Ma gli italiani hanno capito che qui c'è una strategia della tensione volta a mantenere l'ordine costituito. Non abbiate paura di cambiare e votare liberamente". E sui centri sociali ha spiegato la sua posizione: "Siamo convinti che il 3% è alla nostra portata e se continuano a farci così tanta pubblicità questi imbecilli che stanno in mezzo alla strada possono portarci anche al 5%. Entreremo in Parlamento, nella Regione Lazio e in Lombardia, quindi faremo parte della vita democratica di questa nazione, se ne facciano tutti una ragione". 

E sulla decisione di alcuni Comuni di vietare le piazze alle formazioni neofasciste ha detto: "Nessuno può vietare a chicchessia di svolgere manifestazioni pubbliche e politiche, soprattutto alle forze politiche che si candidano alle elezioni. Quando i comuni o le amministrazioni cercano di mettere in campo dei fogli di carta con cui impediscono o cercano di impedire a Casapound di fare i banchetti, noi faremo sempre ricorso al Tar per dimostrare che abbiamo diritto come tutti di stare in piazza". Il leader di Casapound ha poi ribadito che "il fascismo è una dottrina politico sociale che non è esattamente una dittatura o uno Stato totalitario. Noi non siamo per lo Stato totalitario, non vogliamo sopprimere la democrazia. Ci piace che tutti possano liberamente votare ed esprimersi. Lo Stato che immaginiamo si realizza compiutamente all'interno della Costituzione e della democrazia. Il fascismo non lo rinneghiamo".

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