«Restiamo al fianco dei nostri alleati, soprattutto perché in questa fase delicatissima credo che l'Ue debba avere la forza di farsi vedere compatta e unita, anche nell'invitare le Nazioni Unite a compiere ispezioni sul terreno in Siria affinché si accertino le responsabilità sull'uso di armi chimiche da parte di Assad. Su questo aspetto, in particolare, mi auguro che anche il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si mostri coeso.»: rileggete questa frase, rileggetela se serve e se vi sembra pari pari quella pronunciata da Paolo Gentiloni dopo l'intervento in Siria della coalizione (che non esiste, messa in piedi solo per l'urgenza di bombardare) USA-Francia-Gran Bretagna sappiate che queste parole invece sono state pronunciate da Luigi Di Maio, premier in pectore del Movimento 5 Stelle e sempre di più impegnato nel piuttosto goffo tentativo di apparire rassicurante agli occhi del Presidente della Repubblica sugli equilibri internazionali.
Se per caso a qualcuno viene in mente che stiamo parlando dello stesso Movimento 5 Stelle che negli ultimi anni è stato pro Putin in modo conclamato, anti NATO, anti UE e sempre attento a sottolineare le bugie propinate dai poteri forti dei Paesi del Patto Atlantico e sempre dubbioso (per usare un eufemismo) sul presunto uso di armi chimiche per giustificare guerre non si sta sbagliando: sono sempre quel Movimento 5 Stelle solo che oggi hanno deciso (per l'ennesima volta, come su molti altri temi) di infilarsi in una pericolosa inversione a u pur di accreditarsi.
Sulla pagina di Di Maio e sulla pagine del Movimento 5 Stelle inevitabilmente si alzano molte voci critiche: "Se ti pieghi anche tu alle menzogne della Nato, degli Usa, dei Francesi, degli Inglesi senza mostrare un briciolo di sovranità, perderai il mio voto" scrive Giuseppe Cascio in un commento che riscuote successo. Del resto era prevedibile che le diverse anime che compongono l'elettorato del Movimento 5 Stelle (tra cui i filo Putin attirati da tanto "coraggio" contro la NATO che il i grillini avevano sventolato in questi mesi e che ora si è sciolto come neve al solo in questo periodo di consultazioni) non possano accontentarsi di un Di Maio sempre più cerchiobottista (verrebbe da scrivere "democristiano", mutuando un aggettivo che da quelle parti è sempre stato un'offesa).
È la vecchia storia degli incendiari che diventano pompieri pur di conquistarsi un posto al sole. E fa niente se si brucerà Di Maio poiché nelle retrovie ci sarà sempre un Di Battista pronto a rimpiazzarlo per non disperdere i voti. Così i rivoluzionari si spengono in governativi (nell'accezione smussata del termine) e verrà poi il tempo che troveranno qualcuno più incendiario di loro come quella vecchia storia dei puri che trovano sempre uno più puro che li epura. Sono ben lontani il tempo dei "poteri forti", ben lontani.