Di Maio: “Su legge elettorale e commissione Banche da partiti dichiarazioni di guerra a M5s”
“Una dichiarazione di guerra dei partiti contro il MoVimento 5 Stelle” e un “attentato alla volontà popolare”: così il vicepresidente della Camera e candidato premier del M5s, Luigi Di Maio, definisce – in un post pubblicato sul blog di Grillo – quanto sta avvenendo negli ultimi giorni in Parlamento a riguardo della legge elettorale (il Rosatellum bis, il nuovo testo base su cui si sta discutendo) e sulla commissione d’inchiesta sulle Banche. Nel suo post, corredato da un video, Di Maio spiega che negli ultimi giorni “sono successe due cose: i partiti hanno deciso di portare in Aula la nuova legge elettorale e hanno blindato la commissione d’inchiesta sulle Banche, spartendosi i ruoli chiave”.
La legge elettorale ‘che favorisce le ammucchiate’
“Per la legge che interessa ai loro comodi – attacca Di Maio – hanno subito trovato lo spazio nel calendario. Per la legge che abolisce i vitalizi invece lo spazio non lo hanno trovato. Questa nuova legge elettorale impedirà per sempre al MoVimento 5 Stelle di andare al governo”. Secondo il candidato premier, è “una legge che favorisce le grandi ammucchiate con un meccanismo perverso per cui una forza politica come il MoVimento, anche se dovesse prendere il 30% dei voti non otterrà neanche il 15% dei seggi. E soprattutto permetterà ai partiti che perdono le elezioni di andare al governo”.
Secondo Di Maio, il Rosatellum bis “non garantisce né governabilità né rappresentatività. L’unica cosa che garantisce è togliere di mezzo il M5s”. Con questa legge elettorale, spiega il candidato premier, “il voto espresso dagli italiani sarebbe irrimediabilmente compromesso”.
La commissione sulle Banche ‘blindata'
Il vicepresidente della Camera sostiene che Pd, Forza Italia e i centristi abbiano blindato la commissione d’inchiesta “spartendosi i ruoli chiavi per guidarne e condizionarne il lavoro. La presidenza l’hanno data a Pier Ferdinando Casini, che ha con conflitto d’interessi gigantesco, visto che è socio della Fondazione Carisbo”. Di Maio continua:
Le due vicepresidenze sono andate una a Renato Brunetta di Forza Italia e l’altra a Mauro Maria Marino del PD. Ma oltre ai conflitti di interesse, escludendoci dai ruoli di vertice, ci impediranno di incidere sul l’ordine del giorno della commissione di inchiesta sulle banche. Insomma non potremo chiamare la Boschi e chiederle sotto giuramento se chiese ad UniCredit in qualità di Ministro di salvare la banca del padre, non potremo convocare i manager delle banche in crac e chiedergli a quali politici rispondevano quando prestavano i soldi degli italiani allo scoperto. Non potremo convocare Mps per indagare sulla morte di David Rossi.
In entrambi i casi, si tratta di una “dichiarazione di guerra dei partiti contro il MoVimento 5 Stelle – secondo la definizione del candidato premier -. Un tacito accordo per tagliarci fuori, tutti insieme vogliono mettere all’angolo l’unica forza politica che rischia di avere il consenso per andare al governo”. Secondo Di Maio questo “non vale solo per il livello nazionale, anche in Sicilia si stanno coalizzando tutti contro di noi”.
“Il sistema ha paura – conclude – sta reagendo e anche noi dobbiamo reagire. Queste persone stanno tramando contro il M5s e contro gli italiani”. E definisce questo un “attentato alla volontà popolare”, dicendo “a questi signori che le istituzioni non sono ‘Cosa vostra’. Bisogna reagire, noi non resteremo in silenzio”.