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Di Maio incontra i riders di Bologna: “Abbiamo già una carta di accordo sui diritti”

La battaglia dei “riders” per veder riconosciuti i propri diritti parte da Bologna, dove è stata siglata una carta di accordo, e porta fino a Roma dove c’è stato un incontro con il neo ministro del lavoro Di Maio che ha voluto incontrare i corrieri in bici come primo atto del suo incarico.
A cura di Beppe Facchini
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Un compenso orario fisso, equo, dignitoso e non inferiore ai minimi tabellari previsti dai contratti collettivi nazionali. Più tutele in termini di privacy, sicurezza e salute e il diritto alla libertà sindacale. E poi ancora un riconoscimento economico congruo nei giorni festivi o con condizioni meteorologiche sfavorevoli, polizze assicurative, più attenzione ai meccanismi del rating reputazionale e l’impegno dell’amministrazione comunale a monitorare la situazione costantemente, con incontri fra le parti ogni sei mesi. Dopo le numerose manifestazioni per rivendicare i propri diritti, i riders bolognesi hanno raggiunto l’accordo con Comune, sigle sindacali e portali di food delivery per la firma di una “carta dei diritti per il lavoro digitale nel contesto urbano”. Tradotto, si tratta del primo documento a livello nazionale che punta a garantire maggiori tutele per i ciclofattorini. “È un primo passo, ma di sicuro non risolve tutti i problemi” dice Tommaso Falchi, portavoce di Riders Union, il collettivo nato in città con le manifestazioni dello scorso inverno e in grado di richiamare nel capoluogo emiliano, lo scorso aprile, colleghi su due ruote in cerca di maggiori diritti da tutta Italia per la prima assemblea generale della categoria e per organizzare un insolito primo maggio dedicato alla mobilitazione dei ciclofattorini.

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“La carta contiene molte delle nostre rivendicazioni –continua Falchi-. Adesso bisognerà controllare che chi ha firmato la carta la applichi e poi convincere chi non lo ha ancora fatto”. Le prime due piattaforme che hanno risposto all’appello dei riders sono state Sgnam e MyMenu, tra l'altro controllate dalla stessa società. Poi ci sono amministrazione comunale e Cgil, Cisl e Uil. Assenti, per ora, i colossi Justeat (che si è tirata indietro poche ore prima della firma in piazza Maggiore), Foodora, Glovo e Deliveroo. Il sindaco della città felsinea, Virginio Merola, non l’ha presa benissimo. “C’è troppo precariato, troppo sfruttamento: i cittadini devono essere consapevoli se il prodotto che consumano rispetta i diritti dei lavoratori oppure no. Cercheremo di estendere la carta a quanti più comuni possibili -assicura il sindaco di Bologna- per poi di ricavarne in sede Anci un testo da presentare al Parlamento". E non a caso in sala, al momento della firma, c’era anche l’assessore al lavoro di Milano, Cristina Tajani. "Nel frattempo –conclude Merola- comunicheremo periodicamente a tutti i cittadini chi è che rispetta queste regole e questi diritti e chi no e ci affideremo anche alla loro capacità di scelte e di boicottaggio di quelli che trascurano i diritti dei lavoratori".

Intanto, oggi a Roma si è tenuto un incontro fra rappresentanti dei ciclofattorini bolognesi e romani e il neo ministro per il lavoro Lugi Di Maio. Obiettivo: "discutere con loro delle garanzie da dare a tutti i lavoratori" ha detto il vicepremier. "Mi sono insediato al ministero del Lavoro e come primo atto ho voluto incontrare i rider, una categoria di lavoratori che fa parte dei nuovi lavori, simbolo di una generazione abbandonata che non ha né tutele e a volte nemmeno un contratto".

"Il risultato che abbiamo ottenuto a Bologna nei giorni scorsi, ovvero la firma della Carta dei Diritti del lavoro digitale, dimostra che solo le lotte sociali e la libera organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici sono un freno allo sfruttamento dei giorni nostri" hanno scritto su Facebook i rappresentanti dei ciclofattorini emiliani, alla vigilia dell'incontro al ministero, mentre al termine del faccia a faccia con Di Maio, Tommaso Falchi di Riders Union Bologna, commenta così: "L'impressione è stata positiva, abbiamo fatto al ministro il punto della situazione, spiegato le nostre rivendicazioni e illustrato il percorso portato avanti nella nostra città. Non ci sbilanciamo ma siamo fiduciosi: la prossima settimana dovremmo essere nuovamente convocati, stavolta anche coi riders di Torino e Milano, per vedere come proseguire. Abbiamo chiesto con forza l'apertura di un tavolo di trattativa nazionale con piattaforme, governo, sindacati e riders -conclude Falchi-: sembra che ci sia l'interesse per raggiungere questo ulteriore passo in avanti, staremo a vedere".

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