Di Maio contro le aperture festive: “Le liberalizzazioni hanno fallito, ci hanno reso più poveri”
Sono passati solo pochi giorni dalla Pasqua della discordia, che ha visto accendersi la polemica contro le aperture festive di negozi e centri commerciali rinfocolata dallo sciopero dei lavoratori dell'outlet di Serravalle, che nel dibattito politico torna a fare capolino la protesta contro le liberalizzazioni volute dal governo Monti nel 2011. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un lungo post di contestazione, sostenendo che le aperture festive degli esercizi commerciali sarebbero pericolose perché minano la serenità e l'equilibrio famigliare. "Non è solo una questione economica. Ma di serenità familiare e di felicità personale. In questi giorni si discute degli orari di lavoro dei dipendenti dei centri commerciali, ed è giusto ricordare che anche i commercianti delle città italiane insieme ai loro dipendenti ormai sono costretti ad inseguire questo ritmo forsennato di lavoro, dettato dai megastore. Con l'eliminazione degli orari di chiusura degli esercizi commerciali ad opera di Monti e del Pd, si sono messe in competizione piccole botteghe e grandi centri commerciali, ognuno può restare aperto quanto vuole, scatenando una concorrenza al ribasso che ha ottenuto come unico risultato lo sfaldamento del nucleo familiare del negoziante e dei dipendenti, lontani dalla famiglia 7 giorni su 7. L'effetto sugli incassi è stato praticamente nullo, si sono spalmati gli stessi introiti su 7 giorni. Ma la qualità della loro vita è ulteriormente precipitata", scrive il vicepresidente della Camera.
Proseguendo, il deputato pentastellato annuncia che in Parlamento è depositata una proposta di legge che mira a introdurre nuovamente una stretta su orari e aperture dei negozi non solo durante i giorni prettamente festivi, ma a istituire anche un giorno di riposo forzato settimanale. "Il Movimento 5 Stelle tre anni fa, ha fatto approvare alla Camera una Legge – a prima firma Michele Dell'Orco, sugli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, che cerca di ridare dignità a dipendenti ed esercenti. Una Legge promossa addirittura dalla Conferenza Episcopale Italiana e che istituisce giorni obbligatori di chiusura a settimana, riavvicinandosi a quello che accadeva prima. Il Partito Democratico la tiene bloccata al Senato e non ci permette di approvarla definitivamente. Le liberalizzazioni sfrenate hanno fallito, dovevano essere il volano dell'economia, ci stanno rendendo addirittura più poveri: i livelli di povertà relativa aumentano tra coloro che lavorano (sembra un paradosso) e tra questi ci sono tanti dipendenti dei centri commerciali e degli esercizi commerciali. Al dibattito sul tema degli orari di apertura e chiusura, va anche affiancato il tema dell'e-commerce. E' inutile finger di non vedere, presto la vendita online renderà questi megacentri commerciali sempre più inutili, e i loro dipendenti indirizzati verso altre mansioni, tra cui la consegna a domicilio. Il Senato approvi quanto prima la Legge Dell'Orco. Ricominciamo a mettere al centro delle politiche pubbliche la persona, non queste fallimentari teorie di mercato".