Denver, non solo armi per il killer di “Batman”: la sua casa è piena di bombe
L’incubo di Aurora, la città alle porte di Denver teatro ieri di un terribile attacco alla sala 9 del Century 16 movie theatre, non si è concluso con l’arresto di James Eagan Holmes, il 24enne responsabile della sparatoria e della morte di dodici persone. L’incubo continua perché, su un totale di 51 feriti, 30 sono ancora ricoverati e almeno 11 sono in condizioni critiche, inoltre la polizia ha scoperto che l’appartamento del killer è pieno di esplosivi che appaiono molto difficili da disinnescare. Bombe che Holmes aveva programmato per esplodere. Gli agenti dovranno mettere in sicurezza tutta l’area, isolando la zona e provare a far detonare le bombe forse attraverso l’utilizzo di un robot. Tutto il palazzo che ospita l’appartamento di Holmes compresi quelli vicini sono stati già evacuati.
James Holmes, intanto, comparirà davanti al giudice per la prima volta lunedì prossimo: come riferiscono i media americani, l’udienza è prevista presso la Corte distrettuale della contea di Arapahoe, a Centennial, alle 9.30 ora locale (quando in Italia saranno le 17.30). Dopo la prima udienza potrebbe passare del tempo prima che il 24enne, che in passato ha avuto un solo “scontro” con la polizia relativo ad una multa per eccesso di velocità, possa essere processato. Nei prossimi giorni il procuratore distrettuale annuncerà probabilmente quali e quanti capi di imputazione presentare a carico di Holmes, almeno 71, uno cioè per ogni persona colpita. Il 24enne, lo ricordiamo, ha compiuto la sua strage entrando nel cinema in cui stavano proiettando la prima di “Batman” armato fino ai denti, con un arsenale che egli stesso si sarebbe procurato negli ultimi tempi in modo del tutto legale.
Resi noti i nomi delle vittime – Mentre continua l’inchiesta per scoprire il perché del folle gesto di un uomo che pare si sia anche presentato come “Joker” alla polizia (e nel compiere la sua strage si era travestito in modo simile a Bane, il “cattivo” dell’ultimo episodio), la città di Aurora non può che ricordare i suoi morti, vittime di quella violenza definita anche dal presidente Obama “senza senso”. Alla veglia organizzata nella città hanno partecipato centinaia di persone, le vittime del cinema sono state ricordate anche a Denver, nella chiesa cattolica “Queen of Peace”. La polizia nelle ultime ore ha reso noti anche i nomi delle persone rimaste uccise, la storia di una di loro era stata già raccontata ieri dai media americani: è quella di Jessica, una cronista sportiva che poco più di un mese fa era sopravvissuta ad un’altra folle sparatoria.