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Denise Pipitone: “La mamma di Jessica mandante morale del sequestro”

“C’era una volta una bella bambina e un lupo la portò via”: è iniziato così l’intervento dell’avvocato Frazzitta, legale di Piera Maggio, nel processo per il sequestro della piccola Denise. Dito puntato contro Anna Corona, mamma di Jessica Pulizzi.
A cura di Susanna Picone
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Jessica Pulizzi, imputata nel sequestro della piccola scomparsa da Mazara del Vallo il primo settembre 2004, è stata smentita in merito ai suoi spostamenti relativi a quella mattina. Al centro dell’udienza di oggi anche i file audio registrati sullo scooter della ragazza.

Nel processo per il sequestro della piccola Denise Pipitone è intervenuto oggi l’avvocato Giacomo Frazzitta, legale della mamma della bambina Piera Maggio. “Potremmo dire, come nelle favole tristi che raccontiamo ai nostri figli: c’era una volta una bella bambina e un lupo la portò via”: ha iniziato così l’avvocato nel corso del processo in sequestro di minorenne che vede imputata Jessica Pulizzi, la sorellastra 26enne della bambina. Ieri il pm ha chiesto per la ragazza 15 anni di reclusione. L’avvocato Frazzitta ha puntato il dito contro Anna Corona, la mamma di Jessica, indagata in un secondo filone di inchiesta di cui la Procura di Marsala ha chiesto l’archiviazione e accusata di essere “il vero mandante morale, responsabile di tutti i comportamenti di Jessica che stava vivendo quanto succedeva in famiglia”. Secondo l’avvocato di Piera Maggio, Jessica “ce l’aveva dentro la rabbia verso Denise, perché il suo obiettivo era riunire la sua famiglia”. La bambina scomparsa il primo settembre 2004 da Mazara del Vallo è nata infatti da una relazione extraconiugale tra il padre di Jessica e Piera Maggio.

“Cronaca di una morte annunciata” – Dunque l’avvocato ha chiesto: “I figli non hanno mai colpa se gli adulti hanno fatto scelte che non sono naturali o che non corrispondono a quelle immaginate da loro, che colpa aveva Denise? Che colpa aveva Jessica?”. Di Anna Corona Frazzitta ha detto che “aveva un atteggiamento provocatorio nei confronti di Maggio”. La aspettava sotto casa, “un comportamento tipicamente mafioso”. Secondo l’avvocato è stata la donna a dire a una parente della mamma di Denise “quattro anni ho sofferto io e quattro anni deve soffrire lei”. Quattro come gli anni della piccola Denise Pipitone. Per il legale è stata quella “la cronaca di una morte annunciata”. L’avvocato, nel corso della sua arringa, ha anche ricordato le ultime parole di Denise alla sua mamma: “Mamma che fai? Vieni presto presto. È questo voler far presto – così l’avvocato di parte civile – che ha spinto a lottare in questi anni Piera Maggio”.

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