Delitto Scazzi, Sabrina Misseri telefona al padre Michele: “Perchè l’hai fatto?”
Una telefonata di una manciata di secondi. Eppure densa di significato: “Però papà perché lo hai fatto? Io non me lo so spiegare! Tu non hai fatto mai niente di male, perché quel momento? Che ti è successo?”. Il tutto nel dialetto di Avetrana, il comune tristemente noto per il delitto di Sarah Scazzi. A parlare sono Sabrina Misseri e suo padre Michele. E’ il 7 ottobre 2010, giorno dell’arresto dello zio della ragazzina ammazzata il 26 agosto di cinque anni fa nel comune tarantino. Una telefonata che, insieme alle dichiarazioni di Cosima Misseri, sarà al centro dell’udienza di venerdì 27 febbraio. Le due donne, che tuttora si trovano in carcere, in primo grado sono state condannate all’ergastolo ma non hanno mai ammesso le loro responsabilità nell’omicidio. Per concorso in soppressione di cadavere il marito di Cosima e padre di Sabrina, l’agricoltore Michele Misseri, è stato condannato in primo grado ad otto anni di reclusione.
Pubblicata anche un’altra intercettazione nella quale la ragazza parla con sua zia Concetta Serrano Spagnolo, mamma di Sarah e con l’avvocato Valter Biscotti. Con loro si mostra incredula per quanto sta accadendo in quelle ore e chiede se è vero che il padre è accusato di avere ucciso Sarah. Telefonate, trascritte grazie alla perizia del tecnico Francesco Abbinante, che appaiono come un’arma a favore della difesa di Sabrina nel processo d’Appello per il delitto di Avetrana, per quanto l’accusa potrebbe puntare sul fatto che la giovane fosse consapevole di essere sotto controllo telefonico già nei primissimi momenti successivi all’omicidio.