Delitto Scazzi: Sabrina e Cosima verranno giudicate a Taranto, nessun clima ambientale ostile
Dopo la decisione dei giudici romani di smantellare l'alibi di Sabrina Misseri, la Cassazione ha rifiutato la richiesta dei legali di Sabrina Misseri e del procuratore della Cassazione Gabriele Mazza di trasferire il processo per il delitto di Sarah Scazzi dalla procura di Taranto a quella di Potenza. Oggi arriva il no da parte della Corte di Cassazione, che negli ultimi giorni aveva anche giudicatoirrisori gli indizi a carico delle due imputate Sabrina Misseri e Cosima Serrano attualmente in carcere, facendo addirittura pensare ad una possibile scarcerazione delle due donne di casa Misseri.
Resta a Taranto il processo Scazzi per Sabrina Misseri e Cosima Serrano
Resta a Taranto il processo Scazzi che giudicherà Sabrina Misseri e Cosima Serrano
I legali delle due donne avevano chiesto che il processo venisse spostato a Potenza
Per le ultime due donne restano in piedi ancora i reati di soppressione di cadavere, mentre ricordiamo che la posizione nei confronti dei principali reati di cui erano state accusate, omicidio volontario e sequestro di persona, è alleggerita. La Corte di Cassazione ha definito non gravi gli indizi a loro carico, ma le due donne restano accusate di aver occultato il cadavere di Sarah Scazzi gettandolo in un pozzo nelle campagne di Avetrana e fatto ritrovare casualmente da Michele Misseri nell’ottobre dell’anno scorso.
Anche il sostituto pg Gabriele Mazzotta aveva chiesto di trasferire il processo a Potenza per un ambiente troppo emotivo che si percepiva nel Tribunale di Taranto, tant’è che aveva affermato:
Si è creato un clima ambientale che si riverbera sulla serenità del procedimento e il codice tutela questa preoccupazione. In questo procedimento sono avvenuti dei fatti di obiettiva gravità.
Determinante è stata la vera e propria sollevazione popolare (quasi una lapidazione, secondo alcuni) successa ad Avetrana lo scorso maggio durante l’arresto di Cosima Serrano e l’attuale condizione di “segregato in casa” in cui vive Michele Misseri nella sua villa di Avetrana dal giorno della sua scarcerazione ad oggi.
La Corte di Cassazione ha dato invece ragione agli avvocati che rappresentano la famiglia Scazzi; Walter Biscotti e Nicodemo Gentile hanno così commentato la decisione della Corte di rigettare la richiesta dei difensori di Sabrina: "Vogliamo ribadire la nostra fiducia anche a nome della famiglia Scazzi, sull'autorità giudiziaria di Taranto che ha sempre saputo svolgere il proprio dovere nel pieno rispetto delle regole del diritto con la massima serenità".