Delitto Kercher, la parola all’accusa: Massimo della pena per Amanda e Raffaele
Continua la diatriba giudiziaria in merito al delitto di Meredith Kercher, per la cui morte sono stati individuati come responsabili Raffaele Sollecito e Amanda Knox, condannati in primo grado rispettivamente a 25 e 26 anni di carcere e Rudy Guede, già condannato in via definitiva. Davanti alla corte d’appello, il pm Giuliano Mignini è sicuro del fatto che, se i ragazzi venissero assolti e lasciati liberi, la situazione potrebbe degenerare in quanto ci sarebbe il “rischio di una fuga all’estero al quale non sarà possibile rimediare”. Amanda, “la Venere in pelliccia”, la “Jessica Rabbit” dipinta dai media per ciò che non è, secondo i suoi legali, sarebbe stata crocifissa dai giornali e dalla tv, giudicata ingiustamente per un omicidio che lei non ha mai commesso. Guede, insomma, non è il solo a meritare di scontare anni e anni di galera per dare giustizia alla famiglia Kercher. Anche i due ex fidanzati sono colpevoli e, pertanto, devono pagare per ciò che hanno fatto, nonostante la giovane età. Queste le tesi dell’accusa, che punta l’accento sulle impronte dei piedi ritrovate nel corridoio della casa di Perugia, in via Pergola.
Quelle evidenziate dal luminol, per il pm Comodi, appartengono a Sollecito e Knox, poiché corrispondono morfologicamente a quelle dei due presunti assassini. Anche se molti sostengono l’innocenza dei due ragazzi, la Comodi rafforza la posizione di colpevolezza di Amanda e Raffaele, i quali, seppur molto giovani “devono essere condannati al massimo della pena e per fortuna in Italia non c’è la pena di morte”. Oggi saranno replicate le posizioni dell’accusa e della parte civile: il pm Giuliano Mignini non crede all’esclusiva colpevolezza di Rudy Guede, già condannato per l’omicidio di Meredith ad una pena di 16 anni di reclusione: “Rudy Guede unico colpevole? Alle favole non ci crediamo e non ci dovete credere nemmeno voi”. Queste le parole del pm alla Corte di Perugia, per il quale la Kercher sarebbe stata uccisa da più persone e non solo da Guede.
Riguardo alla “crocifissione mediatica” di Amanda, Mignini afferma che “Per Amanda è stato in parte così, ma dopo la sentenza di primo grado a oggi ci vuole un coraggio da leone per sostenerlo. È lei che ha a disposizione una struttura pubblicitaria costata un milione di dollari. Una cosa mai vista”.