Delitto dell’Olgiata: in stato di fermo Manuel Winston, domestico della contessa
Il 10 luglio del 1991 la contessa Alberica Filo Della Torre è stata barbaramente uccisa nella sua villa dell'Olgiata, esclusivo comprensorio a nord di Roma. Il corpo, rinvenuto dalla cameriera, era riverso a terra con le braccia aperte e il capo avvolto da un lenzuolo insanguinato. La contessa, che aveva 46 anni, è stata strangolata e poi colpita con uno zoccolo alla testa. Le indagini non sono mai riuscite a individuare il colpevole, almeno fino ad oggi.
Nel 1996, a cinque anni dal cosiddetto delitto dell'Olgiata, venne nominato, come nuovo procuratore aggiunto del caso, Italo Ormanni, il quale nel gennaio del 2007 accettò l'istanza di Pietro Mattei, marito della contessa Alberica, che chiedeva di analizzare nuovamente alcune prove attraverso le nuove tecniche investigative.
Alle luce di queste analisi, effettuate su alcuni oggetti repertati nella stanza del delitto (un fazzoletto di carta sporco, il lenzuolo del letto, lo zoccolo con il quale fu colpita la contessa, gli indumenti intimi a lei appartenuti ed infine il pantalone del domestico filippino e quello di Roberto Jacono, figlio della governante) si è arrivati alla tanto attesa svolta: è stato fermato Manuel Winston, che era al servizio della contessa quando fu uccisa. Si è arrivati a questo importante risultato grazie agli accertamenti richiesti dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e del sostituto Francesca Loy.
Il fermo, che dovrà essere convalidato, è stato richiesto per il pericolo di fuga di Winston, che oggi ha 46 anni, è spostato ed ha figli, vive e lavora stabilmente a Roma ma si reca spesso nelle isole Filippine.
L'elemento, che ha determinato la svolta, è stato una traccia ematica sul lenzuolo, che corrisponderebbe con l'abrasione che il domestico si è procurato durante la presunta colluttazione. Luigi Ripani, comandante dei Ris di Roma, ha commentato durante la conferenza stampa:
È una prova scientificamente devastante. Le analisi non sono ancora finite ma questo dato proviene da una traccia di 2 centimetri quadrati. È un lavoro incredibile quello che è stato fatto. Abbiamo recuperato i reperti da tutt'Italia. Erano sparsi in diversi laboratori. Abbiamo fatto i controlli e dal lenzuolo, che era avvolto attorno alla testa della donna, è venuta fuori questa traccia, questo alone, perfettamente coincidente con il dna di Winston. È una cosa incredibile.
Secondo una prima ipotesi, il movente del delitto potrebbe essere legato ad un debito non restituito. A sostenerlo, sempre durante la conferenza stampa, è stato Maurizio Mezzavilla, comandante provinciale dei Carabinieri:
Il movente dell'omicidio deve essere ricondotto ai contrasti che esistevano tra Winston e la signora Filo della Torre. In base anche ai documenti dell'epoca e al lavoro di indagine è ipotizzabile che il delitto si sia consumato forse a causa di di denaro prestato e non restituito.