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Il delitto di Cogne

Delitto Cogne, Franzoni in tribunale: la decisione sui domiciliari slitta a giugno

Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele, dovrà attendere fino al 24 giugno per sapere se la domanda di detenzione domiciliare da lei avanzata sarà accolta. Per la perizia del Tribunale sussiste ancora la pericolosità sociale.
A cura di S. P.
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Annamaria Franzoni, la mamma di Cogne condannata in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio del figlioletto Samuele Lorenzi, è arrivata questa mattina al Tribunale di Sorveglianza di Bologna dove era prevista l’udienza per l’istanza di arresti domiciliari presentata dai suoi legali. Franzoni, che da tempo è stata ammessa al lavoro esterno in una coop sociale e ha usufruito di alcuni permessi per tornare a casa dalla sua famiglia, è arrivata in tribunale insieme a don Giovanni Nicolini, della parrocchia dove sta svolgendo lavoro esterno al carcere, ed è stata assediata da telecamere e fotografi mentre ha atteso l’arrivo dell’avvocato Paola Savio con cui ha poi raggiunto la sala senza parlare con i giornalisti. Ma per conoscere se il tribunale accoglierà la sua richiesta di domiciliari, Franzoni dovrà aspettare ancora qualche mese. Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha infatti disposto un nuovo rinvio chiedendo ulteriori integrazioni e approfondimenti al professor Augusto Balloni, autore della perizia psichiatrica.

“Franzoni serena” – La nuova udienza è stata fissata per il 24 giugno. Secondo il perito incaricato dal giudice del Tribunale di sorveglianza di Bologna – è quanto emerso nei giorni scorsi – sussisterebbero ancora per la donna condizioni di “pericolosità sociale”. Annamaria Franzoni “era serena, ha ascoltato e preso atto di quello che è stato deciso dal suo giudice, che rispetta, e quindi aspetterà pazientemente anche questi approfondimenti”: questo il commento del suo avvocato al termine dell'udienza. A chi le domandava se la mamma di Cogne nutra la speranza di poter scontare il resto della pena a casa, l'avvocato ha risposto che ciò “è ovvio, certo”. La scelta del Tribunale di rimandare per approfondire ancora è stata definita da Savio “molto positiva”.

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