Def, Salvini a Juncker: “Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell’Italia”
"Le parole e le minacce di Juncker e di altri burocrati europei continuano a far salire lo Spread, con l'obiettivo di attaccare il governo e l'economia italiane? Siamo pronti a chiedere i danni a chi vuole il male dell'Italia", ha detto il ministro degli Interni Matteo Salvini. Il vicepremier leghista ha replicato così alle parole del presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che ieri ha criticato la decisione del governo Conte di inserire nella nota d'aggiornamento al Def un deficit al 2,4% del Pil per tre anni: "Se l'Italia vuole un trattamento particolare supplementare questo vorrebbe dire la fine dell'euro: bisogna essere molto rigidi", è stato il monito di Juncker.
Il presidente della Commissione Ue ha paragonato la situazione italiana alla crisi greca: "L’Italia si sta allontanando dagli obiettivi di budget su cui avevano trovato un accordo a livello comunitario", ha avvertito – "Non vorrei che, dopo essere stati in grado di fronteggiare la crisi della Grecia, finissimo per piombare nella stessa crisi con l’Italia. Una crisi di questo tipo ci è bastata". La preoccupazione espressa da Juncker non è un caso isolato. Prima della riunione dell'Eurogruppo il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis aveva detto: "Aspettiamo la bozza di legge di stabilità ma a una prima vista i piani di bilancio italiani non sembrano compatibili con le regole del Patto", mentre il commissario agli Affari monetari Pierre Moscovici aveva parlato di "deviazione molto, molto significativa". E oggi Valdis Dombrovskis ha osservato: "Quello che ha detto Juncker è che dobbiamo essere rigorosi ma equi", ha affermato il vicepresidente della Commissione europea – "Il problema è che i propositi di Bilancio del governo sembrano andare in una direzione che va sostanzialmente oltre la flessibilità prevista dal patto di stabilità e di crescita".
Il ministro leghista ha aggiunto poi su Facebook: "In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker, che ora associa il nostro Paese alla Grecia. I diritti al lavoro, alla sicurezza e alla salute dei nostri cittadini sono priorità del governo e andremo fino in fondo, alla faccia di chi rimpiange l'Italia impaurita, quella con le aziende e il futuro in svendita. Non ci fermeranno".