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Def, Renzi rivede le stime del Pil: crescita allo 0,8% quest’anno e all’1% nel 2017

Il Governo rivede al ribasso le stime del Pil e si prepara alla guerra per ottenere la flessibilità dalla Commissione Europea.
A cura di Redazione
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Le previsioni di crescita del Pil fatte dal governo Renzi negli anni passati sono sbagliate e vanno "riviste al ribasso". Ad ammettere che l'economia italiana non sta progredendo così come ci si aspettava era stato il ministro Pier Carlo Padoan, che durante un intervento all'Euromoney conference, aveva annunciato una revisione delle previsioni del Pil in occasione della nota di aggiornamento al Def, precondizione per la discussione in parlamento della nuova legge di bilancio, che sostituisce da quest'anno la legge di stabilità.

Sulla questione era intervenuto il presidente del Consiglio Matteo Renzi: "Noi diciamo la verità, non raccontiamo barzellette. I dati del Pil che erano negativi fino a qualche anno fa, siamo partiti del -2,3 per cento del 2012 e dal -1,9 del 2013, sono tornati positivi ma non abbastanza, ancora non vanno alla velocità che vorremmo". Del resto, già i dati Istat pubblicati lo scorso 12 agosto lasciavano presagire che qualcosa non stesse andando per il verso giusto: le stime rilevavano una crescita zero nel secondo trimestre dell'anno e un calo anche su base annua, con una previsione del +0,7% per il Pil. Ciò significa lo 0,5% in meno rispetto all'1,2% paventato a inizio anno.

Ancora prima, a febbraio, le stime del governo si erano scontrate con quelle della Commissione europea, dalle quali divergevano parecchio. Secondo l'Ue l'Italia avrebbe registrato un +1,4% nel 2016 e un +1,3% nel 2017, mentre per il governo l'incremento sarebbe stato di 1,6% per tutti e due gli anni. Per il Fondo monetario internazionale, addirittura, l'aumento previsto era di +1,3 nel 2016 e di 1,2 nel 2017; mentre per Ocse e Istat +1,4% sia nel 2016 che nel 2017. Differenze non certo di poco conto, considerando anche che un punto di Pil vale circa 16 miliardi di euro.

Il Consiglio dei ministri ha così approvato le modifiche alle cifre contenute nel Def – Documento di economia e finanza – licenziato lo scorso aprile (in cui il governo annunciava la volontà di portare il deficit all’1,8% del Pil nel 2017 e non all’1,4%), che prevedeva la crescita del Pil dell'1,2% per il 2016 e dell'1,4% per il 2017.

Stando alle nuove indicazioni, si prevede che il prodotto interno lordo cresca dello 0,8% quest'anno e dell'1% nel 2017; dunque anche il rapporto deficit Pil dovrebbe salire e l'Italia prevede di portarlo al 2,4% . È chiaro che solo col via libera della Ue a un piano di questo tipo il Governo sarà in grado di ottenere le risorse necessarie (si parla di circa 20 miliardi di euro) per finanziare la manovra di quest'anno.

"Mostriamo l'ennesimo miglioramento  del rapporto deficit/Pil perché è sempre in calo e il più basso dal 2007″ ha dichiarato Renzi al termine del consiglio dei Ministri che ha approvato la nota di aggiornamento al Documento di Economia e finanza. Un Renzi dunque decisamente ottimista nonostante la strada verso la ripresa appaia molto lunga. "Il rapporto deficit/Pil, era al 3% nel 2014, al 2,6% nel 2015, al 2,4 nel 2016 e sarà al 2% nel 2017" ha aggiunto infatti il Premier, sottolineando: "Dalla curva del deficit si vede che è ai livelli più bassi dal 2007". Il debito pubblico invece salirà ancora quest’anno dal 132,2% del 2015 al 132,8%. Il calo è quindi rimandato al 2017, quando dovrebbe scendere di nuovo al 132,2%.

Renzi: "Per sisma e immigrazione chiederemo margine dello 0,4%"

"Il Def misura delle circostanze eccezionali: coerentemente con le regole Ue le circostanze eccezionali sono quelle che uno Stato invoca in virtù di situazioni specifiche: ne abbiamo individuate due, la prima è quella della sisma, l'altra questione è l'immigrazione. Per queste chiederemo al Parlamento l'autorizzazione ad arrivare ad un massimo dello 0,4 di deficit" ha annunciato poi il Presidente del Consiglio.

"Non c'è flessibilità in questa Nota di aggiornamento al Def perché con una decisione che non ci convince si è deciso che vale una sola volta e noi l'abbiamo utilizzata lo scorso anno" ha tenuto a precisare però Renzi, ricordando: "Però ci sono circostanze eccezionali che è altra cosa rispetto alla flessibilità e riguarda elementi che nessuno può contestare che sono sisma e immigrazione". "Abbiamo avuto in pochi anni tre terremoti mortali" mentre sull'immigrazione "abbiamo fatto gli hotspot, blindato le frontiere ma non avuto i ricollocamenti, salvo poche eccezioni, dall'Ue" ha proseguito Renzi, concludendo: "L'Europa è gravemente in debito con l'Italia sui temi dell'immigrazione". Di altre misure specifiche Renzi e Padoan però non hanno voluto parlare spiegando che saranno oggetto di discussione con la legge di bilancio ma hanno assicurato che saranno sterilizzate le clausole di salvaguardia e dunque non ci saranno altri aumenti di tasse: "Ci saranno misure sulla competitività, un intervento di aiuto sulle pensioni e metteremo più soldi sulla sanità"

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