Def, governo tira dritto. Di Maio: “Cambiare manovra significherebbe tradire gli elettori”
Per il governo non cambia nulla. Lega e M5S blindano la nota d'aggiornamento al Def: sulla bocciatura del documento programmatico da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio, intervengono Salvini e Di Maio prima di iniziare il vertice a Palazzo Chigi. "Ascoltiamo tutti ma gli italiani ci chiedono di tirare dritto", ha commentato il vicepremier leghista a piazza Colonna. E poi aggiunge: "Non contesto quelli che sono stati in silenzio per anni. È curioso che Bankitalia, Commissione, Corte dei Conti indichino la strada del ritorno al passato: le ricette del passato hanno portato al disastro. Quindi mi domando dove tutti questi economisti erano mentre l'Italia si impoveriva e si precarizzava". Il titolare del Viminale rincara la dose: "Noi andiamo avanti e secondo me cresceremo anche di più del 2%, non dell'1,5%". E ancora: "Noi andiamo avanti: chi si ferma è perduto".
Subito dopo il vertice il ministro degli Interni, a proposito delle stime sulla crescita, aggiunge: "Le stime le abbiamo tenute anche basse. Risponderanno i fatti. Se la gente lavora, spende. Se la gente non lavora, non spende: con questa manovra più gente lavorerà e quindi…". Poi annuncia: "Per quanto riguarda il mio ministero conto di risparmiare almeno mezzo miliardo di euro di spesa corrente alla voce accoglienza e immigrazione. E di questo mezzo miliardo circa 380 milioni andranno in assunzione di forze dell'ordine".
"Cambiare" l'impostazione della manovra "sarebbe tradire i cittadini", gli fa eco il leader M5s Luigi Di Maio. "Penso che i mercati vogliano molto più bene all'Italia di tanti euroburocrati. Non credo che l'Italia sia a rischio dal punto di vista finanziario" – ribadisce il vicepremier pentastellato – "Ma soprattutto ci interessano i cittadini. Si va avanti".
Dello stesso avviso è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "I numeri della manovra di bilancio non sono assolutamente in discussione, anzi la manovra stessa si rafforza con il piano di investimenti per il Paese di cui domani discuteremo insieme alle principali aziende di Stato nel corso della cabina di regia qui a Palazzo Chigi". Il ministro dell'Economia Giovanni Tria domani mattina alle 10 tornerà davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato per fornire ulteriori chiarimenti. La procedura prevede appunto che il ministro torni a spiegare la posizione del governo nel caso a richiederlo siano un terzo dei parlamentari delle Commissioni.