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Decreto sviluppo e legge di stabilità: ecco le nuove sfide per Berlusconi

Il Cavaliere avrà il compito di mediare tra le diverse fazioni della maggioranza. E Stefania Prestigiacomo ha già dichiarato che non voterà la finanziaria.
A cura di Alfonso Biondi
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Il Cavaliere avrà il compito di mediare le diverse fazioni della maggioranza. E Stefania Prestigiacomo ha già dichiarato che non voterà la finanziaria.

Incassata la fiducia con 316 voti a favore e 301 contrari, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e la sua maggioranza guardano avanti. L'aula di Montecitorio ha confermato per l'ennesima volta che i numeri per governare ci sono tutti, ma l'impressione è che la compattezza ostentata oggi possa essere nuovamente messa in dubbio dal decreto sviluppo e dalla legge di stabilità. Si tratta di due provvedimenti da varare in fretta sui quali, al momento, raggiungere un accordo pare davvero cosa ardua.

Il decreto sviluppo, annunciato per metà ottobre, resta ancora nel cassetto e per Berlusconi è ora di ritirarlo fuori. La brutta  gatta da pelare riguarda i soldi, che per Tremonti al momento non ci sono. Il Ministro dell'Economia continua a predicare che il decreto va fatto a costo a zero, ma la sua posizione è in netto contrasto con altri importanti esponenti del partito. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, oggi in aula, ha detto a Berlusconi che "sul futuro decreto per la crescita noi come gruppo Pdl auspichiamo che non sia a costo zero". E la stessa posizione ieri l'aveva assunta anche Franco Frattini. Le risorse necessarie ad incentivare la crescita potrebbero venire da un condono fiscale ed edilizio, ma anche qui il partito è praticamente spaccato: Tremonti non ne vuol sapere, mentre Berlusconi pare molto affascinato dall'ipotesi. Il condono, però, non piace neanche alla Lega Nord che nei giorni scorsi, per bocca di Bossi e Calderoli, aveva palesato a più riprese la propria contrarietà.

E i problemi della maggioranza riguardano anche la legge di stabilità, la cosiddetta Finanziaria. Eloquenti a tal proposito le parole del Cavaliere: "Ripartiamo con la Finanziaria e saranno previsti tagli dolorosi sugli investimenti dei ministeri. Mi auguro, sono sicuro che arriveremo a decisioni di buon senso, che saranno accolte da tutti". I tagli dolorosi cui fa cenno hanno già scatenato le ire di Stefania Prestigiacomo, Ministro dell'Ambiente, e di Paolo Romani, Ministro dello Sviluppo: la prima vedrà infatti decurtato il budget del proprio ministero del 90% (da 1,3 miliardi di euro del 2008 a 120 milioni di euro nel 2012); il secondo, invece, vedrà dirottati altrove i quasi 800 milioni di euro destinati inizialmente alla banda larga. E la Prestigiacomo ha già annunciato che non voterà la legge.

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