Decreto sicurezza, Salvini: “Stop asilo ai condannati in primo grado”. Conte: “Tutelati tutti i diritti”
Il decreto Salvini su sicurezza e migranti è stato approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri e passerà ora all’esame del Parlamento. Un provvedimento fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che sottolinea, comunque, come siano molte le proposte di sindaci e parlamentari e che per questo “non sarà un testo blindato”. “Credo – aggiunge Salvini in conferenza stampa – sia stato il decreto più condiviso, comunicato, ascoltato di questo governo”. Per quanto riguarda la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si dovrà prima attendere il decreto Genova, che potrebbe arrivare – stando alle parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte- domani. Salvini assicura: “Questo decreto è pronto, arriverà àn’ora dopo che sarà arrivato il decreto Genova”.
Tra i punti fondamentali del decreto c’è la sospensione della domanda per i richiedenti asilo in caso di pericolosità sociale o anche in caso di condanna di primo grado, un principio che potrebbe trovare ostacoli al Colle. “Questa è stata una delle mediazioni suggerite, raccolte e raggiunte – spiega Salvini –. A decreto approvato se il questore riterrà socialmente pericolosa una persona sarà motivo sufficiente per cominciare le pratiche di espulsione”. Altro punto che cambia è quello della protezione umanitaria che varrà solamente per sei fattispecie: le vittime di grave sfruttamento lavorativo, le vittime di tratta, di violenza domestica, di calamità naturali, i necessitanti cure mediche e chi compie atti di valore civile. Le sei fattispecie hanno l’obiettivo di “normare ed evitare le interpretazioni del singolo”. Si prevede inoltre la possibilità di “togliere la cittadinanza a chi l’ha acquisita e poi viene condannato in via definitiva per reati di terrorismo internazionale”.
Salvini parla anche di due temi che non rientrano nel decreto. Il ministro dell’Interno annuncia che per quanto riguarda la cifra dei 35 euro a migrante per l’accoglienza “arriverà anche la revisione dei costi entro l’autunno, i famosi 35 euro che verranno rivisti in base alla media europea con un netto taglio delle spese. A bilancio il risparmio medio annuo sarà di un miliardo e mezzo di euro che verrà reinvestito in sicurezza”. Sui campi rom, invece, assicura che l’obiettivo “è arrivare nell’arco del mandato alla chiusura di tutti i campi rom in ogni città italiana”.
Conte: ‘Rispetto di tutti i diritti fondamentali’
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo in conferenza stampa assicura che il nuovo “sistema non scardina le tutele dei diritti fondamentali né il quadro internazionale. Non arretriamo sul piano delle garanzie dei diritti fondamentali. Non cacciamo dall’oggi al domani nessuno in Italia, dopo questo piano regolatorio rendiamo più efficace anche il sistema dei rimpatri”. Conte rassicura anche sulle interlocuzioni avute con il Quirinale: "Abbiamo preannunciato i contenuti, c’è stata una interlocuzione, a livello massimo di esponenti e di strutture tecniche. Non voglio tirare per la giacca il presidente della Repubblica, dicendo che ha approvato, ma il capo dello Stato avrà tutto l’agio per fare eventuali rilievi”.
Infine al presidente del Consiglio viene chiesto che fine abbia fatto il decreto per Genova e quando si avrà il nome del commissario, che sarebbe dovuto arrivare in dieci giorni dal 14 settembre: “Oggi non si è discusso del decreto Genova per la semplice ragione che è già passato in Cdm. Noi non deliberiamo più sul decreto emergenze. Siamo in attesa del riscontro degli uffici del Mef, confidiamo di inviarlo già domani mattina al presidente della Repubblica. Tornando alla promessa che ho fatto a Genova, ho detto avrete il commissario entro dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto. Quindi calcolateli dall’entrata in vigore del decreto, poi cercheremo di arrivare qualche giorno prima”.