Decreto omnibus: la Camera vota la fiducia
Ieri Elio Vito, Ministro per i rapporti col Parlamento, aveva annunciato la volontà del Governo di porre la questione di fiducia sul cosiddetto decreto omnibus. Oggi l'aula s'è espressa sul provvedimento e il risultato della votazione, che è stata palese e per appello nominale, ha dato ragione alla maggioranza: 313 sì, 291 no e 2 astenuti. Le disposizioni contenute nel provvedimento sono moltissime e svariate: si va dall’aumento delle accise sui carburanti al rifinanziamento del Fondo Unico per lo Spettacolo, dalla proroga del divieto per gli incroci tra tv e giornali alla possibilità per la cassa depositi e prestiti di costituire un fondo per partecipare al capitale di imprese strategiche. Nel decreto anche una contestatissima moratoria sul nucleare che ha provocato le reazioni indignate dell'opposizione e di una parte dell'opinione pubblica.
Nelle dichiarazioni di voto non è emersa alcuna novità nelle posizioni degli schieramenti politici. Le opposizioni si sono concentrate molto sulla discussa moratoria. Pier Paolo Baretta del PD ha dichiarato che sul nucleare quella dell'esecutivo è "una clamorosa marcia indietro del governo". Si poi augurato che il referendum si tenga in ogni caso, nonostante il decreto. Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha invece invocato le dimissioni di Berlusconi in maniera abbastanza singolare: "l'ora e' finalmente giunta: fora da i ball, mister president"- ha detto.
Marco Calgaro dell'Udc ha posto l'accento sul fatto che "la questione di fiducia ha impedito una seria riflessione sullo sviluppo del nucleare". Carmelo Lo Monte del Mpa ha parlato di "una miscela di arroganza e mercanteggiamento", mentre Antonio Buonfiglio di Fli ha contestato le scelte populiste del governo. Bruno Tabacci dell'Api ha invece sottolineato che aver posto la questione di fiducia sul decreto equivale a "mettere il silenziatore ai contrasti nella maggioranza".
Alessandro Montagnoli della Lega Nord si è detto invece convinto che il decreto rappresenti uno sforzo importante "per cambiare lo Stato e fare quelle riforme chieste dai cittadini" ; Peppino Calderisi del Pdl ha voluto precisare che il decreto non vuole eludere il referendum né essere uno scippo sul nucleare (FONTE: ASCA)